“Restiamo antifascisti”
TORREMAGGIORE (Fg) Si terrà martedì 7 febbraio alle ore 17, l’incontro-dibattito “Restiamo umani, Restiamo Antifascisti”, organizzato dalla locale sezione A.N.P.I., Associazione Nazionale Partigiani d’Italia: interverranno Pasquale Soldano, presidente della Sezione A.N.P.I. di Torremaggiore, Michele Galante, presidente Provinciale A.N.P.I. Foggia e Vincenzo Calò, responsabile ANPI Area Sud, modera Enzo Quaranta. L’Appuntamento è ospitato dalla libreria “La Bottega dei Miracoli”, in via Sacco e Vanzetti 46 a Torremaggiore.
Nell’aprile del 2016, l’ANPI Foggia ha avviato la propria riorganizzazione attraverso l’assemblea provinciale. “Noi”, ha detto Michele Galante in quella occasione, “dobbiamo avere l’ambizione di essere un’associazione larga, con iscritti nei principali comuni della nostra provincia”. “Una realtà viva, operante, conosciuta e riconosciuta; un’organizzazione che non sia remissiva nella battaglia delle idee, che non si fermi soltanto alla presenza nelle celebrazioni usuali, ma che sia attiva quotidianamente e non si sfili nella lotta per l’egemonia culturale”.
Nella sua relazione, in quella assemblea provinciale, Michele Galante partì dalla situazione internazionale, dalla necessità di combattere il terrorismo e dall’urgenza di affrontare il populismo e la xenofobia di chi soffia sul fuoco della paura anche in relazione al complesso fenomeno delle migrazioni.
SERVE UN SUSSULTO CIVICO. “L’Italia non è immune da questi fenomeni che possono aggravarsi”. I “movimenti neofascisti sono finora del tutto minoritari, ma non vanno presi sottogamba, vanno isolati, perseguiti in base alle leggi vigenti, messi nelle condizioni di non nuocere”. Il presidente provinciale di ANPI Foggia, poi, affrontò il tema della corruzione “nell’ambito politico e in altri gangli vitali della nostra società”. Serve una riscossa, un sussulto civico, perché senza un moto di partecipazione e di controllo non ci saranno leggi anticorruzione che possano bloccare questa china pericolosa. “I giovani, come diceva Vittorio Foa, hanno bisogno di esempi, non di parole”.