Lo smash di Panatta a Piemontese
La leggenda del tennis Adriano Panatta protagonista di un simpatico siparietto con il Rettore dell’Università di Foggia Maurizio Ricci e l’assessore allo Sport per Tutti della Regione Puglia, il foggiano Raffaele Piemontese. Informato dal Responsabile del Centro Studi di Confindustria Foggia Micky de Finis dei lavori di manutenzione straordinaria della palestra nella sede del Corso di Laurea in Scienze Motorie in Viale Virgilio recentemente appaltati, esprimendo apprezzamento (“è una cosa veramente positiva”), chiede al Rettore se l’Ateneo l’abbia fatto con risorse proprie o con fondi regionali. “Vi ha aiutato l’assessore?” domanda Panatta. E scherzando scherzando, spalleggiato dal Rettore, cerca di strappare un impegno a Piemontese perché la Regione paghi almeno le attrezzature sportive. Lui sta al gioco e arriva un altro smash di Panatta: “Sei pure assessore al Bilancio? Se la cantano e se la suonano da soli. A Emiliano non glielo dici”. A conclusione dell’evento, i due fanno un selfie, che fa il paio con quello scattato insieme a Flavia Pennetta e Roberta Vinci, orgoglio pugliese.
Adriano Panatta è a Foggia per la seconda tappa nazionale del tour “Un Campione per Amico” promossa con Andrea Lucchetta, Francesco Graziani e Jury Chechi, in collaborazione con Banca Generali, in Piazza Cavour il 7 aprile per trasmettere i valori dello sport ai giovanissimi in una grande palestra a cielo aperto. Alla vigilia, il più grande tennista italiano di tutti i tempi è stato ospite nell’aula magna del corso di laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive per un incontro organizzato da Confindustria Foggia, Assessorato allo Sport per Tutti della Regione Puglia e Università di Foggia. In una conversazione di pochi minuti, Adriano Panatta ha raccontato l’annus mirabilis del tennis italiano, il 1976, quando vinse prima gli Internazionali di Roma, il Roland Garros di Parigi e poi conquistò la Coppa Davis nel Cile di Pinochet. E la vera storia della polo rossa: era il colore delle madri e delle sorelle dei desaparecidos cileni, ma allora nessuno lo capì.