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1 novembre 2022 a Orsara di Puglia: torna il Fucacoste con zucche e falò

Il programma sarà definito e reso pubblico a giorni

ORSARA DI PUGLIA – Dopo i due anni di stop imposti dalle fasi più difficili della pandemia, a Orsara di Puglia torna “Fucacoste e cocce priatorije” (Falò e teste del Purgatorio), la grande notte dei fuochi e delle zucche antropomorfe che si celebra da sempre, ogni 1 novembre, nel paese del Foggiano. L’Amministrazione comunale e le associazioni stanno già lavorando al programma, che sarà completato nel dettaglio e ufficializzato a giorni.

AGGIORNAMENTO, IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO (clicca qui)

MARTEDI’ 1 NOVEMBRE. La festa vera e propria si terrà per tutta la giornata e la serata di martedì 1 novembre 2022, quando ci saranno la musica, gli spettacoli, il paese completamente addobbato dalle zucche antropomorfe e illuminate al loro interno, i falò in ogni strada e piazza del borgo, gli stand enogastronomici. Quest’anno, però, ci saranno eventi a partire da venerdì 28 ottobre e per tutti e cinque i giorni successivi: convegni, mostre, laboratori, visite guidate e molte altre iniziative si susseguiranno quasi per un’intera settimana.

DI COSA SI TRATTA. La notte tra l’1 e il 2 novembre, a Orsara di Puglia in provincia di Foggia, è il momento dei “Fucacoste e cocce priatorje” (Falò e teste del Purgatorio). In ogni via, piazza e slargo del paese c’è un falò che arde, scintille che ascendono al cielo. Una festa antica, caratterizzata dal fuoco e dalle zucche, che coinvolge l’intera comunità.

Molti confondono questa festa con di Halloween: niente di più sbagliato. Nonostante gli innegabili punti di contatto (soprattutto le zucche), la festa orsarese è diversa nei significati, nello spirito ed anche per il momento in cui si celebra: non la notte del 31 ottobre, ma il 1° novembre.

Nei giorni precedenti, Orsara vibra al ritmo di una crescente frenesia. Bisogna preparare le “cocce priatorije” (teste del purgatorio), le zucche intagliate, occorre accatastare il legname e i rami di ginestra per i falò. E bisogna preparare le pietanze e i dolci tipici che saranno consumati nella notte del 1° novembre, quando in ogni stradina del borgo si terrà un banchetto in onore dei defunti e in tutto il paese saranno esposte le centinaia di zucche illuminate e lavorate in modo creativo.

Alle ore 19, i rintocchi della campana di San Nicola di Bari danno il via all’accensione dei fuochi: più di 100 falò cominciano contemporaneamente a crepitare tra fiamme e scintille. Alle 23, il paese è attraversato dagli incappucciati per la processione della Confraternita delle Anime del Purgatorio. Una sorta di anticipazione della processione delle anime che, nella credenza popolare, avrà luogo dopo la mezzanotte.

Elemento caratterizzante dei fuochi è la ginestra, un arbusto che, in fiamme, si volatilizza facilmente, in uno sciame di scintille ascendenti che legano cielo e terra. Secondo la tradizione queste scie indicano alle anime del purgatorio la via per tornare sulla terra, dove si purificano attraverso il fuoco e danno poi luogo a una processione, alla ricerca, ciascuna, della propria casa.

La zucca incisa e illuminata, posta sulla finestra o davanti alla porta, sarebbe appunto il segno che consente all’anima errante di individuare la propria abitazione di quando era vivo. E’ dunque un gesto d’amore per queste anime che ritornano. Altro elemento interessante è la compartecipazione al fuoco: chi non ne fa uno proprio, partecipa al rito mediante l’apporto di qualche fascina o di alcuni tronchi a quello del vicino.

Niente streghe, dunque, niente maschere e figure grottesche, ma un rito corale di comunione tra due mondi mai del tutto separati tra loro: quello dei vivi e il mondo delle persone care che possono vivere solo attraverso il nostro ricordo.

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