Questo sito e tutte le pagine facebook e gli account social ad esso collegati non pubblicano né condividono o rilanciano fakenews. Non pubblichiamo articoli che fomentano l’odio verso le persone, che alimentano il razzismo, la violenza verso le donne, gli omosessuali, i cittadini di nazionalità diversa da quella italiana e le minoranze. Il rispetto risiede anche, o soprattutto, nel linguaggio, nell’uso delle parole, nel fare attenzione a quali usare e al come usarle. E se, in passato, dovesse esserci sfuggita questa regola per leggerezza o superficialità, allora ce ne scusiamo e da oggi ci impegniamo a essere ancora più attenti.
Crediamo che chi fa comunicazione e informazione abbia una responsabilità enorme, ancor più in questo momento storico: quella del rispetto. Il rispetto per le persone, tutte le persone, donne e uomini, italiani e stranieri, atei e credenti di ogni fede religiosa. I migranti, tutti i migranti, sono esseri umani. Hanno nome, cognome, una storia di gioia e patimenti, persone care e figli e amici da amare e sostenere esattamente come ogni donna e uomo di questo pianeta. Tutti hanno il diritto di lottare e vivere per aspirare a una vita dignitosa, per aspirare alla felicità. Nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, il documento più importante di tutti i tempi prodotto dall’Umanità, nessuno viene posto prima di un altro. Nessuno prima di un altro. Nessun misero click in più vale il dolore di una persona messa alla berlina, linciata moralmente, discriminata e umiliata. E questo vale per tutte le persone, “i bbuon e i malamend”, i buoni o presunti tali e quelli che, a torto o a ragione, si ritiene di tacciare come cattivi. Non siamo nel far west. Non siamo un tribunale. Con i nostri articoli non abbiamo mai messo il cartello “wanted”, ‘ricercato’, a nessuno, italiano o straniero che fosse, e continueremo a comportarci come abbiamo fatto finora. Crediamo, profondamente, nelle radici, nei valori più alti, nell’ospitalità e nell’accoglienza della nostra terra, del nostro Paese, l’Italia, e della provincia di Foggia in particolare. Foggia, il nostro capoluogo, il cuore di questa meravigliosa Daunia; Lucera, Luceria Saracenorum, la Città di Santa Maria; la bella Manfredonia; la grande Cerignola di Peppino Di Vittorio e di tante donne e uomini illustri; San Severo e ogni altro singolo paese, ogni altra singola città, sono la straordinaria espressione di millenni di storia. Noi dobbiamo e vogliamo averne rispetto. Questo sito e tutte le pagine facebook e gli account social ad esso collegati promuovono quella storia, quei valori, quella capacità di essere grandi nell’accoglienza, nell’integrazione di popoli e tradizioni diverse: francoprovenzali, albanesi, arabe, francesi, spagnole, greche e latine. Siamo la nostra storia. Siamo la nostra alchimia imperfetta e straordinariamente unica di incontri e mescolanze, di popolazioni che imparano e si influenzano le une con le altre. Chi ha più diritto, chi è il più bello del cucuzzaro? Tutti hanno diritto, tutti hanno doveri. Noi non siamo la feccia razzista che sporca questi tempi non di ignoranza, che per quella c’è cura, ma di insensibilità irrispettosa, fetida e violenta. Rispetto. Rispetto per chi è ultimo, in un paese straniero, e diventa bersaglio della frustrazione e della vigliaccheria. Rispetto per gli italiani, per gli stranieri, rispetto per ogni essere umano. Rispetto per la nostra Costituzione Italiana, per ogni singolo articolo, per ogni singolo dovere e diritto affermato e difeso nella Carta Costituzionale. Per quella Costituzione Italiana nata dalla sconfitta del nazifascimo, la più grande epocale tragedia dell’umanità tutta, l’orrore che trovò fondamento nel considerare un uomo al di sotto di un altro, una ‘razza’ prima dell’altra. Se siete razzisti, omofobi, o affetti da qualsiasi altra ‘patologia’ che vi spinge a discriminare, potete togliere il like e il disturbo: qui, i senza patria siete voi, nessun altro. Chi cerca il pettegolezzo, le facce con la mascherina nera sbattute in prima pagina, la notizia pruriginosa, il titolone razzista contro questo o quel poveraccio, l’allusione che fa l’occhiolino infame alle discriminazioni di qualsiasi tipo, deve cercare altrove. Noi ci rispettiamo, e rispettiamo la storia e i valori più alti di questa terra baciata dal sole e benedetta da mare, spighe e monti.
Francesco Quitadamo