Matrimoni ed eventi, il 26 aprile a Bari la manifestazione di tutti i professionisti del settore

Un comparto in ginocchio che chiede di poter ripartire

Sono stati tra quelli che hanno pazientato più a lungo. Sono animatori, artisti, musicisti, cantanti, wedding planner, fotografi e videomaker, camerieri, cuochi, personale che lavora nelle sale ricevimenti. Sono i professionisti delle cerimonie, dei matrimoni e degli eventi. Non lavorano da oltre un anno. Dal primo lockdown in poi, il loro settore non ha mai riaperto davvero. In oltre 12 mesi di fermo totale, il loro reddito si è praticamente azzerato. Ora reclamano di poter tornare a fare il proprio mestiere, con linee guida e regole certe.

TUTTI A BARI IL 26 APRILE. Lunedì 26 aprile, saranno in molti anche da Foggia, oltre che da tutta la Puglia, a manifestare sul lungomare Nazario Sauro, a Bari, davanti al Palazzo della Regione. “Sarà una manifestazione pacifica”, hanno spiegato attraverso un comunicato stampa, “per fare ascoltare la voce e le ragioni di chi vuole tornare a fare il proprio lavoro”. E’ la prima volta che questo particolare settore si ritrova unito, in tutte le sue diverse componenti.

L’INDUSTRIA DEI MATRIMONI IN PUGLIA. Prima dell’emergenza Covid-19, in Puglia si sono celebrati circa 15mila matrimoni l’anno. Quello dei ricevimenti nuziali è un settore che dà reddito e lavoro a circa 4mila aziende e a oltre 20mila persone nelle 6 province pugliesi. Un comparto che oggi, a distanza di più di un anno dall’inizio della pandemia, si trova in ginocchio. Niente più matrimoni, cerimonie e ricevimenti rimandati, lavoro fermo per le sale, i ristoranti, i camerieri, i fotografi, i gruppi musicali e gli artisti che da sempre rappresentano il cuore di un comparto attualmente in drammatiche difficoltà.

A FOGGIA E IN CAPITANATA. In provincia di Foggia, il settore dei matrimoni e delle sale ricevimenti fino al 2019 ha prodotto un fatturato di rilievo. Fino a qualche anno fa, il quartiere fieristico ha ospitato anche un evento specifico dedicato al settore. Si tratta di un comparto a cui sono legati anche agriturismi, boutique che confezionano e vendono abiti da sposa, negozi che si occupano di bomboniere e confettate, fiorai, piccole tipografie. Federmep (Federazione nazionale Matrimoni ed Eventi Privati) ha stimato che la perdita di fatturato per “l’industria dei matrimoni” è vicina al 95%.

65mila MATRIMONI RIMANDATI. Secondo i dati elaborati dalle associazioni di categoria, finora in Italia sono circa 65mila i matrimoni rimandati a data da destinarsi e quasi 200mila gli altri eventi cancellati dall’inizio della pandemia, per una perdita stimata di oltre 20 miliardi di euro. Secondo l’analisi realizzata da Ines Pesce, Wedding Marketing Specialist italiana, in Italia vengono celebrati mediamente 195.000 matrimoni (dato Istat 2019) con una spesa media di 30.000 euro (Global Report The Knot) e, di questi, l’87% non è stato celebrato negli ultimi 14 mesi.

Quando e, soprattutto, con quali regole anti-Covid si potrà tornare a celebrare matrimoni e a svolgere i ricevimenti nuziali? Sono queste le domande sulle quali Federmep Puglia (Federazione nazionale Matrimoni ed Eventi Privati) chiede siano date al più presto risposte chiare e univoche dalle istituzioni.