A Orsara nessun falò, solo le zucche potranno illuminare il paese

Niente fuochi sul pubblico suolo, nessun evento e niente turisti l'1 novembre

ORSARA DI PUGLIA – Nessun falò. Nemmeno i privati cittadini potranno allestirne, non sul suolo pubblico almeno. E nessun evento, niente “festa”, nemmeno uno stand piccolo piccolo, né tantomeno concerti e bande musicali itineranti: Fucacoste e cocce priatorjeil grande primo novembre orsarese che ogni anno fa arrivare nel “paese dell’Orsa” migliaia di persone – quest’anno si celebrerà soltanto nelle case degli orsaresi. Una celebrazione più intima, raccolta, lontano dal clamore e dai grandi numeri che hanno caratterizzato la festa negli ultimi 20 anni. Causa Covid-19, e nel rispetto degli obblighi imposti dall’ultimo DPCM, la notte dei falò e delle zucche sarà senza falò, senza turisti e in assenza di qualsiasi tipo di evento. E’ il divieto assoluto di assembramenti ad avere imposto queste misure. Il sindaco di Orsara di Puglia lo aveva già preannunciato prima che il premier Giuseppe Conte informasse gli italiani delle ultime decisioni del governo per constrastare la seconda ondata di contagi. Il primo comunicato stampa, quello attraverso il quale l’Amministrazione comunale ha annunciato l’annullamento di ogni manifestazione, è stato accolto bene della popolazione e anche da commercianti, ristoratori e proprietari di b&b. L’annullamento degli eventi a corollario della ricorrenza causerà mancati guadagni per migliaia di euro, ma tutti sanno che una decisione come quella presa è inevitabile, oltre che obbligata e di buon senso. La gente comune, inoltre, già da molti anni aveva nostalgia di quando i Fucacoste e cocce priatorje (Falò e teste del purgatorio) erano celebrati senza che il paese fosse invaso da automobili, camper, bus e migliaia di persone provenienti da ogni dove. Il “divieto di falò” su suolo pubblico, però, è una rinuncia molto più difficile da metabolizzare. Ne è pienamente consapevole il sindaco di Orsara di Puglia, Tommaso Lecce: ““Abbiamo tenuto un tavolo tecnico con le Forze dell’Ordine. Alla luce del nuovo DPCM, è nostro preciso dovere informare i cittadini orsaresi riguardo all’impossibilità, per chiunque, di allestire e accendere falò sul pubblico suolo per tutta la giornata di domenica 1 novembre”, ha spiegato il sindaco Tommaso Lecce. “Sul suolo pubblico, non potranno essere accesi falò il primo novembre per tutta la giornata in cui noi siamo abituati a celebrare la ricorrenza dei Fucacoste e cocce priatorje. Alla luce delle ultime disposizioni contenute nel nuovo DPCM, comunicate ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’1 novembre nessun falò potrà essere allestito e acceso sul suolo pubblico. Da parte nostra, abbiamo già comunicato nei giorni scorsi che il Comune di Orsara di Puglia non organizzerà alcun evento per la tradizionale celebrazione dei Fucacoste e cocce priatorije di domenica 1 novembre”, ha aggiunto il primo cittadino, “ma bisogna specificare che, sul suolo pubblico, a nessuno sarà permesso allestire i tradizionali falò attorno ai quali, come da tradizione, si riuniscono amici e parenti. E’ nostro dovere avvisare i cittadini, affinché non contravvengano alle nuove disposizioni in vigore, andando incontro anche a pesanti multe. Sono certo che i miei concittadini comprenderanno e sapranno rinunciare, anche se con dolore, a una tradizione che per noi tutti assume significati profondi, legati al ricordo dei nostri cari defunti e alle stesse radici della nostra identità culturale”, ha spiegato il primo cittadino. “Siamo tutti consapevoli del peso di questa rinuncia obbligata, ma allo stesso tempo abbiamo piena coscienza del fatto che la gravità della seconda ondata di contagi imponga certe misure”, ha detto Tommaso Lecce. “Sarà la prima volta, da molti decenni a questa parte, che non potremo accendere i tradizionali falò negli spazi pubblici di piazze, larghi e strade”, ha spiegato Tommaso Lecce. “Dovremo cogliere questa rinuncia come un’opportunità, quella di onorare i significati del primo novembre in modo più intimo e raccolto, all’interno del focolare domestico, conservando pienamente la tradizione delle zucche illuminate. E’ un anno particolare, diamo luce alla speranza di superare presto questa emergenza addobbando il paese con le zucche antropomorfe e illuminando gli usci delle abitazioni, i balconi e le scalinate delle case”. “Contiamo di rifarci il prossimo anno, quando l’1 novembre cadrà di lunedì e sarà preceduto da un lungo fine settimana. In tutta Italia, ma è una situazione che riguarda tutto il mondo, ci sono paesi e città che come noi si trovano nell’impossibilità di onorare appieno e nel modo consueto importanti tradizioni e ricorrenze. La speranza è che queste rinunce siano utili a evitare il rischio di contagi, almeno fino a quando l’emergenza pandemica continuerà a rappresentare un rischio pesante e gravissimo”, ha detto il sindaco Tommaso Lecce.

QUELLO CHE SI POTRA’ FARE. Se i falò sono stati messi in fuori gioco, le zucche invece potranno essere ugualmente protagoniste del primo novembre orsarese. Qui ne crescono a centinaia negli orti. Alcune sono enormi, arancioni, perfette per essere intagliate e ospitare, al loro interno, i lumini che le trasformano in lanterne. Poi ci sono quelle verdi, o anche giallognole, con una forma allungata. Le zucche che prendono le sembianze di volti umani potranno essere utilizzate per addobbare gli usci domestici, le finestre, i balconi e le scalinate delle case, come vuole la tradizione.

COSA SONO I FUCACOSTE? Il nome della ricorrenza significa ‘falò e teste del Purgatorio’: i primi illuminano il paese, le seconde lo decorano con centinaia di zucche intagliate in modo da raffigurare sembianze umane e accogliere al loro interno dei lumini. L’effetto combinato delle due cose, insieme all’usanza di allestire tavolate all’esterno delle abitazioni per condividere il cibo, rende il primo novembre orsarese una delle ricorrenze più suggestive, coinvolgenti e partecipate d’Italia. Non si tratta di Halloween, niente streghe né dolcetto-scherzetto: i Fucacoste sono un momento di condivisione e di ricordo dedicato ai defunti.

AL RINTOCCO DELLA CAMPANA SCATENATE LE FIAMME. La mattina del primo novembre, fino allo scorso anno, era caratterizzata dalla benedizione delle zucche dei bambini. I più piccoli, negli anni scorsi, erano protagonisti anche del Laboratorio d’intaglio delle zucche. Le “sculture” più belle, poi, partecipavano al concorso per premiare chi aveva realizzato le “cocce priatorje” maggiormente creative e spettacolari. La tradizione vuole che alle ore 19, ai primi rintocchi della Chiesa Madre,vengano accesi i falò allestiti in tutto il paese (lo ripetiamo a scanso d’equivoci: quest’anno nulla di quanto descritto potrà svolgersi) . Nello stesso momento, nelle passate edizioni prendevano il via gli spettacoli itineranti degli artisti di strada. Prima che il Covid annullasse tutto, il primo novembre orsarese prevedeva che lungo tutto l’arco della giornata i turisti potessero partecipare alle visite guidate per scoprire il paese.

NON E’ HALLOWEEN. Beffarde, sorridenti, misteriose: nella notte del primo novembre orsarese, le anime del purgatorio sono guidate dai lumi posti all’interno delle zucche che prendono sembianze umane. In questo periodo, gli orsaresi scelgono le zucche più belle dei loro campi e le intagliano per la notte del 1° novembre. La notte dei Fucacoste è quella che va dalla sera del 1°novembre all’alba del giorno seguente. Molti si confondono, immaginando si tratti di Halloween: niente di più sbagliato. La festa dei falò è diversa non solo nei significati e nello spirito che la caratterizzano ma anche per ciò che attiene al momento in cui si celebra: halloween si svolge la notte del 31 ottobre, la notte dei fucacoste va in scena invece il 1° novembre. I giorni che precedono la festa (non quest’anno però) sono particolarmente intensi per le famiglie orsaresi. C’è chi raccoglie la legna che alimenterà i falò, chi prepara i dolci e le pietanze tipiche per i banchetti del 1° novembre, chi raccoglie e intaglia le zucche da trasformare in lanterna.

L’ATTESA. Nei giorni che precedono la festa del 1°novembre, Orsara di Puglia vibra al ritmo di una crescente frenesia. La preparazione delle “cocce priatorije” è solo una delle incombenze da assolvere: affinché la festa sia perfetta, come vuole la tradizione, occorre accatastare per tempo tutto il legname necessario a preparare il falò. E poi non bisogna dimenticare vino, carne, pane, patate e dolci tipici, cioè tutte le pietanze e gli ingredienti che saranno consumati nella notte del 1° novembre, quando in ogni stradina del borgo si tiene un banchetto a base di piatti “poveri” ma gustosi e in tutto il paese saranno esposte centinaia di zucche lavorate in modo creativo e illuminate al loro interno.

IL SIGNIFICATO.  Un tempo, nelle vie di pietra del borgo orsarese, davanti a ogni uscio di casa, si usava porre dell’olio in una bacinella piena d’acqua sormontata da un treppiede con una lampada: alla fioca luce della candela, si poteva assistere, secondo i vecchietti, alla sfilata delle anime del purgatorio. Elemento caratterizzante dei fuochi è la ginestra, un arbusto che in fiamme si volatilizza facilmente, facendo sembrare che il legame cielo-terra si compia sotto i nostri occhi. E’ convinzione che le anime dei defunti, tornando fra i vivi, facciano visita ai parenti e tornino alle dimore dove avevano vissuto, si riscaldino e continuino il loro peregrinare per tutta la notte. Secondo la credenza popolare, la zucca accesa avrebbe fatto ritrovare al defunto la casa dove era vissuto. In onore dei defunti, si consumano cibi poveri ma simbolici: il grano lesso condito col mosto cotto, e poi le patate, le cipolle, le uova e le castagne cotte sotto la brace.

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