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La Bella di Cerignola, una regina dell’agricoltura italiana

C’è un sapere antico, e un sapore senza tempo, nelle “olive giganti” del Tavoliere delle Puglie. Si chiama “Bella di Cerignola” quella spettacolare varietà di olive che nasce nei campi di ulivo cerignolani, in provincia di Foggia, e arriva sulle tavole di tutto il mondo. E’ una cultivar diversa dalle altre. Grande, con una superficie che pare vellutata, con una naturale vocazione a troneggiare sulla tavola per essere gustata prima con gli occhi poi col palato. Le varietà più conosciute e apprezzate della Bella di Cerignola sono la verde e la nera ma, come informa anche una delle cooperative che la produce e la trasforma, esiste anche “rossa”, oppure “nera affumicata” oltre che al naturale. Se ne ricava anche un olio extravergine di eccezionale qualità e morbidezza al palato, utilizzando nella spremitura un 60% della Bella e la parte restante di Coratina. Di pezzatura grande, con una polpa consistente e fibrosa, la “gigante” di Cerignola vale un pasto completo perché una tira l’altra. Nasce da alberi di olivo non troppo alti ma dalle chiome che si protendono verso il cielo. Cerignola è uno dei comuni italiani che possono vantare una superficie agricola molto estesa. Gli alberi di ulivo, quelli da frutto, così come il grano a perdita d’occhio e i vigneti sono elementi di un paesaggio dai colori intensi che cambiano a seconda delle stagioni. La cupola del Duomo di Cerignola è visibile da ognuna di quella sterminata distesa di terreni agricoli posti attorno alla città. Una distesa che è storia di lotte per i diritti dei braccianti, dove echeggia ancora la vicenda umana e politica di un grande italiano, il cerignolano Giuseppe Di Vittorio. Oggi quei campi rappresentano alcune delle eccellenze assolute dell’agricoltura e del comparto agroalimentare italiano.

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