Mohammed alza l’attestato al cielo come fosse un trofeo. Torna accanto ad un coetaneo, poco meno che maggiorenne, curioso di vedere se sia uguale al suo. Come tutti i ragazzi del mondo. Anna fino agli ultimi giorni della gravidanza ha partecipato alle lezioni e poi ha ripreso non appena ha potuto. Il piccolo Jude arriva all’altezza ginocchio e vuole salutare gli insegnanti di mamma e papà, che lo hanno portato con loro in classe. I minorenni sono in Italia da più di tre anni, con le loro speranze. “One of the dream is fulfilled in Italy” (uno dei sogni si è avverato in Italia), scrive Gopal Man nel giorno della cerimonia conclusiva del progetto FAMI, che sta per Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2020. Nell’ambito di questo programma (per la precisione denominato “FAMI PROG-1550 / Orientamento e inclusione”), l’Università di Foggia ha attivato tre corsi gratuiti di italiano L2 per gli stranieri, due corsi in inglese per operatori e un corso di Educazione linguistica in ottica plurilingue rivolto agli operatori organizzati dal Centro Linguistico di Ateneo e dal Laboratorio di bilancio di competenze. Le lezioni sono partite a settembre.
Alla cerimonia conclusiva nel Palazzo Ateneo, insieme al Rettore Maurizio Ricci (ancora in carica fino al primo novembre), sono intervenuti Hugo Thomas Bowles, da poco nominato direttore del Centro Linguistico d’Ateneo, il viceprefetto aggiunto Carmela Palumbo, Manuela Ladogana del Centro di Apprendimento Permanente incardinato nel Dipartimento di Studi Umanistici Unifg e Giuseppe Delli Carri, responsabile dell’azione per la creazione della piattaforma InfoMigranti, bot di Telegram, ovvero un account virtuale e risponditore automatico in grado di fornire una serie di informazioni utili agli stranieri. Per il progetto è stato stanziato un apposito finanziamento del Ministero dell’Interno, gestito dalla Prefettura di Foggia.
“Questi corsi sono qualcosa in più rispetto a quello che facciamo solitamente – ha detto Hugo Thomas Bowles – Solitamente siamo impegnati con studenti universitari e facciamo corsi di lingua strumentali per i loro corsi universitari. In questo caso, però, si tratta di inserimento culturale che richiede una maggiore sensibilità e una maggiore responsabilità”. Il corso ha così risposto alle esigenze di integrazione, attraverso l’apprendimento della lingua, ma è stato anche un’occasione di arricchimento reciproco.
(nel video i relatori e una delle docenti dei corsi, Grazia Mariani)