CANDELA (Fg) – Campi di grano totalmente allagati e “schiacciati” dalla furia della grandine, e poi prugne, cipolle da seme, uliveti, mele, ortaggi: la furia della grandinata che, nel tardo pomeriggio di ieri, si è abbattuta su Candela, Ascoli Satriano e un’ampia area del versante settentrionale dei Monti Dauni ha causato numerosi danni all’agricoltura, colpendo soprattutto le colture cerealicole. “Ci sono giunte molte segnalazioni”, ha confermato Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Agricoltori Italiani Capitanata. “In queste e nelle prossime ore, procederemo alla verifica sui campi, ma i documenti fotografici che ci sono pervenuti sono piuttosto eloquenti e, purtroppo, evidenziano danni molto seri anche alle colture cerealicole”, ha aggiunto Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Capitanata. Il sindaco di Candela e presidente della Provincia di Foggia, Nicola Gatta, ha preannunciato che chiederà alla Regione Puglia di attivarsi per il riconoscimento dello stato di calamità. “CIA Agricoltori Italiani della Puglia condivide questa richiesta, soprattutto perché le prime verifiche, purtroppo, confermano la gravità dei danni”, ha spiegato Ferrandino.
La grandinata di Candela, temporalmente, arriva dopo gli eventi calamitosi che, nelle ultime settimane, hanno colpito non solo la Capitanata ma anche il Leccese e la provincia di Taranto, con una primavera che in tutta la Puglia è stata caratterizzata da fenomeni meteo eccezionali, con chicchi di grandine come proiettili a infierire sulle colture e pioggia torrenziale a danneggiare tutto il possibile. Frutteti, uliveti, ortaggi, vigneti, grano, ogni tipo di coltura, dalle ciliegie ormai andate ai cocomeri, per non parlare di quanto è stato piantato solo da poche settimane e già giace distrutto o seriamente danneggiato. CIA Agricoltori Italiani della Puglia, da tempo, sta chiedendo a tutti i livelli istituzionali di intervenire sulla questione del sistema assicurativo. Bisogna dare a tutti la possibilità di un’assicurazione accessibile e sostenibile, che metta almeno in parte al riparo da rovesci che vanificano il lavoro di un’intera stagione e spesso mettono a rischio la stessa possibilità di sopravvivenza per un’azienda agricola già massacrata da annate assurde e pesantissime.
La questione di cui stiamo parlando è ‘antica’ e risaputa, ed è quella che CIA Agricoltori Italiani della Puglia ha sollevato più volte, lanciando questo grido d’allarme da anni, facendo proposte, spiegando che la legge sulle calamità naturali e il sistema delle assicurazioni sugli eventi calamitosi devono essere cambiati, radicalmente, attraverso una discussione che coinvolga le organizzazioni agricole e recepisca le istanze provenienti da un mondo agricolo esasperato.
Grandinate e piogge torrenziali vanificano investimenti rilevanti, sacrifici, il lavoro di un anno intero. I produttori danno lavoro a decine di persone. Si tratta di un’economia importante, di ore di lavoro, di reddito e sostentamento per tante famiglie. Lasciare che questa gente sia costretta a risollevarsi senza il benché minimo aiuto significa essere pronti ad accettare che molte aziende agricole falliscano, chiudano i battenti, lascino a casa i loro lavoratori. Il Governo deve prendere coscienza di questo stato di cose e trovare le risorse per intervenire sull’emergenza. Occorre che il Governo convochi le associazioni agricole per discutere le modifiche alla legge sulle calamità e i possibili interventi sul sistema delle assicurazioni contro gli eventi calamitosi, senza dimenticare che gli agricoltori pugliesi aspettano ancora i ristori conseguenti alle nevicate e al relativo stato di calamità del 2017.