La storia dello spumante foggiano che ha stregato il premier Giuseppe Conte

Al Vinitaly di Verona, ieri sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato accolto nel padiglione 11, quello dedicato alla Puglia vitivinicola. Il Premier ha voluto brindare alle 126 aziende vitivinicole pugliesi stappando e degustando uno spumante foggiano, il Ciatò Villa Lucia Rosé Brut 2015, uno spumante ottenuto da una selezione esclusivamente di uve Nero di Troia vinificate in rosato. Si tratta di un metodo classico prodotto dalle Cantine Ciatò di Castelluccio dei Sauri.

E’ il primo spumante metodo classico ottenuto da uve Nero di Troia. Esiste in due versioni: il bianco “Re Luigi” e il rosato “Villa Lucia”. Si chiama “Ciatò”, certo, pronunciato proprio come si scrive, a fare il verso allo champagne francese un po’ per gioco, un po’ per sfida. Per produrlo, e inseguire un sogno che si è trasformato in realtà, c’è anche chi ha scritto una storia di emigrazione al contrario. Vincenzo Nota è il più grande dei figli di papà Luigi e mamma Lucia. Ha 36 anni, ha girato l’Italia per lavoro, poi ha scelto di tornare a casa, dove suo padre, circa cinque anni fa, ha deciso di trasformare in sfida imprenditoriale quella che è stata la passione di una vita: le bollicine, lo spumante. Lo spumante Ciatò ha varcato i confini, è arrivato in Svizzera e Germania. Ci è arrivato grazie a un altro componente della famiglia, Francesco, il più piccolo dei tre fratelli di casa Nota. Anche lui ha voluto provarci. Si è inventato “commerciale” ed è andato a proporre all’estero lo spumante di casa sua, della cantina tirata su per gioco e passione da suo padre. E’ stato un successo. “Il bianco Re Luigi è stato apprezzato moltissimo da diversi intenditori abituati a bere champagne”, racconta Vincenzo. Simone, l’altro dei tre fratelli, vive in Toscana e sta portando lo Ciatò nella terra del Chianti. La particolarità che rende unico lo spumante Ciatò è il fatto che sia ottenuto da uve Nero di Troia, un vitigno autoctono che porta nome, storia e fragranze della Capitanata impressi nel nome. Un fatto che non ha precedenti. “Fare spumante dal nostro vitigno per antonomasia non era una sfida facile, ma la nostra famiglia a Castelluccio dei Sauri è nota col soprannome di ‘cocciatosta’”. Lo hanno scritto anche nelle note ufficiali del loro spumante. Al loro fianco, in questa impresa, hanno voluto il foggiano Luca Scapola che li ha sostenuti in qualità di consulente enotecnico. “Ciatò Re Luigi” è ottenuto esclusivamente da una selezione di uve Nero di Troia vinificate in bianco. La raccolta avviene rigorosamente a mano, alle prime ore dell’alba. Solo la parte migliore del mosto va a comporre la cuvèe. Il suo gusto è avvolgente, pieno e persistente. Ciatò Villa Lucia, quello degustato dal Premier Conte, è anch’esso ottenuto da una selezione di uve Nero di Troia, ma la vinificazione è in rosato. Spumante dal gusto pieno, con profumi di frutta fresca e tendenza dolce. “Siamo diventati una realtà, ci siamo riusciti uscendo fuori dagli schemi, dedicandoci a qualcosa che non era mai stato provato. Il Nero di Troia ci rappresenta, esprime il nostro terroir, racconta la nostra terra”, spiega Vincenzo. “Vogliamo portare il nostro spumante Ciatò ovunque ci siano persone curiose di conoscere il gusto della nostra Capitanata. Le bollicine le sappiamo fare anche noi. Siamo una terra frizzante. La verità è che il Nero di Troia è un vitigno dalle potenzialità incredibili, come la Daunia”.