Lupi, storni, cinghiali: emergenza sul Gargano e in tutta la Puglia

SAN GIOVANNI ROTONDO (Fg) – Lupi che sbranano pecore. E’ quanto accaduto negli ultimi giorni nelle zone interne del territorio di San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa ed è stato anche filmato, con tanto di video visibile a tutti sui social. “Il problema è nazionale”, ha dichiarato Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Agricoltori Italiani Capitanata. “La CIA ha sottoposto le proprie proposte e il grido d’aiuto degli allevatori anche al nuovo Governo, finora senza alcun risultato apprezzabile. Stessa cosa per quanto riguarda la Regione Puglia. Lupi, cinghiali, storni e, più in generale, la proliferazione degli animali selvatici sta causando danni ingenti alle aziende agricole e agli allevatori”, ha spiegato Nicola Cantatore.

“Lupi e cinghiali sono in massiccio aumento ed è una presenza sempre più pericolosa, anche perché da tempo appare fuori controllo”, ha aggiunto Michele Ferrandino, presidente provinciale di CIA Capitanata. Negli ultimi mesi, sono tanti gli episodi che si sono succeduti. Tra Apricena e San Nicandro Garganico, sono i cinghiali ad aver causato i maggiori danni. Nelle zone poste sui rilievi più alti del Gargano, soprattutto nei dintorni di Monte Sant’Angelo, al problema dei cinghiali si aggiunge quello dei lupi.

“A livello regionale, abbiamo formulato una serie di proposte finora inascoltate, ma anche le leggi attuali restano in gran parte inattuate”, ha denunciato Ferrandino. A pagarne le conseguenze sono gli agricoltori e gli allevatori: è un problema di sicurezza e di ordine economico, perché oltre al pericolo non vengono adeguatamente ristorati. Il fenomeno non riguarda soltanto la provincia di Foggia ma tutta la Puglia e il resto del Paese. I danni provocati dagli attacchi di lupi, ungulati ma anche storni possono arrivare a mettere in ginocchio un’azienda. CIA Puglia, recentemente, ha scelto Monte Sant’Angelo, sul Gargano, per uno dei focus più partecipati dedicato alle proposte dell’organizzazione agricola per modificare le normative vigenti, a livello regionale e nazionale. Servono regole certe. Occorre ovviare ai danni causati a allevatori e agricoltori non attraverso un indennizzo ma con un vero e proprio risarcimento, congruo e immediato, e un controllo della fauna selvatica. Anche le procedure per l’indennizzo sono complesse e vanno per le lunghe. Leonardo Santucci, allevatore e componente della giunta provinciale di CIA Capitanata, da anni si batte a livello regionale per la modifica della normativa relativa ai danni da fauna selvatica. Due anni fa la sua azienda ha subito un attacco da lupi: “Per 25 capi abbattuti di cui 14 adulti – ha raccontato – ho ricevuto dopo circa ottanta giorni un indennizzo di 210 euro. Per molti allevatori non conviene neanche preparare la documentazione”. Ha attentamente studiato la nuova bozza della proposta di legge ed elenca le perplessità: “Ci dicono che dovremmo avere un indennizzo pari ai prezzi della Camera di Commercio ma non basta, perché il valore del capo di bestiame o di una coltura è di gran lunga superiore e il danno non si riduce al costo in sé”.