FOGGIA – L’Associazione Genoveffa de Troia di Foggia, in collaborazione con il cappellano Frate Eduardo Giglia e con il sostegno del CSV Foggia, organizza una raccolta di indumenti usati e in buono stato per le persone detenute in situazione di grave indigenza.
“Alcuni ristretti posseggono solo gli abiti indossati al momento dell’arresto e, durante la detenzione, non hanno la possibilità di fare colloqui o di richiedere un cambio ai familiari. Qualcuno non possiede nemmeno un paio di scarpe oppure non ha abiti invernali, per affrontare la stagione più fredda”, spiegano i promotori.
La raccolta di abiti straordinaria servirà a rifornire il magazzino dell’Istituto Penitenziario, curato da molti anni, con grande impegno, dall’Ass. Genoveffa de Troia. “L’associazione provvede a raccogliere regolarmente abiti e a soddisfare le esigenze dei detenuti, ma le richieste si stanno moltiplicando ed è complicato rispondere a tutti i bisogni, perché la povertà è sempre più forte anche in carcere”.
L’appello ai cittadini foggiani è quello di consegnare abiti usati in buono stato nella sede dell’Ass. Genoveffa de Troia, in via Napoli n. 111 (accanto al CUS Foggia), nelle giornate di martedì e giovedì, dalle ore 9.30 alle 12.30.
Per motivi di sicurezza, si precisa che potranno essere raccolti solo abiti con le seguenti caratteristiche: scarpe ginniche prive di parti metalliche e con suola unica; scarpe in cuoio o gomma prive di parti metalliche; ciabatte in gomma prive di parti metalliche; giubbotti, giacche, camicie, maglie, pantaloni in stoffa o tessuto (non in pelle) privi di cappuccio, imbottiture, lacci e parti metalliche; indumenti vari che non abbiano imbottiture o parti interne metalliche; accappatoi privi di cappucci e cinte; coperte ad una piazza prive di bordi e imbottitura.
“Esiste la dignità del vivere anche negli Istituti Penitenziari – sottolineano dal CSV Foggia – e la Comunità esterna non può chiudere gli occhi di fronte a situazioni di gravi disagio. Occorre avere uno sguardo più ampio sul tema, contribuire a far sì che il carcere non diventi fase terminale dell’area del disagio, dell’esclusione e dell’emarginazione sociale. Per questo motivo, speriamo che i cittadini foggiani possano accogliere l’appello dei volontari”.