Carmeno confermato alla guida di Cgil Foggia: “In Capitanata, 635 milioni per lo sviluppo”
MANFREDONIA (Fg) – Si è concluso con la rielezione del segretario generale Maurizio Carmeno il XVIII Congresso provinciale della Cgil, ospitato dal Castello Angioino a Manfredonia. Conferme in segreteria anche per Loredana Olivieri e Gianni Palma, mentre l’uscente Daniele Calamita collaborerà con il gruppo dirigente confederale quale responsabile del Sistema Servizi della Cgil e coordinatore della segreteria confederale, occupandosi di politiche dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Ai lavori ha partecipato il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, che nelle sue conclusioni ha ricordato come “il compito principale del nostro gruppo dirigente è di tenere uniti i lavoratori, in una fase politica in cui si specula sulle divisioni prodotte da anni di politiche liberiste e di trasformazione del modo di lavorare, conseguenza anche delle innovazioni tecnologiche. A noi il compito ancorare il mondo del lavoro ai valori della solidarietà, far capire che divisi siamo tutti più deboli, che non c’è differenza di nazionalità o colore della pelle perché i diritti devono essere universali. La nostra azione, e questa provincia è un avamposto in questo senso, è finalizzata a restituire dignità a chi lavora, come recita lo slogan del congresso, offesa da precariato, sottosalario, fino ai casi di riduzione in schiavitù”. Una Cgil che è in campo con le sue proposte, “perché non ci basta l’aumento del Pil che misura la ricchezza prodotta. Quel che serve è una redistribuzione delle ricchezze. La Cgil fa proposte concrete, non diciamo solo che deve cambiare il paradigma economico ma mettiamo su carta cosa fare, a partire dal Mezzogiorno con Laboratorio Sud. Abbiamo un Piano per il lavoro esteso alla condizione giovanile e delle donne, una proposta di estensione per l’uguaglianza dei diritti a prescindere dai contratti”.
Nella sua relazione il segretario Carmeno ha invece messo sotto la lente debolezze e opportunità di un territorio, la Capitanata, “dove la disoccupazione sfiora il 40% e sale al 51 per i giovani tra i 14 e i 24 anni. Dove le pensioni medie non vanno oltre i 670 euro, dove – ancora – dall’inizio della crisi si sono persi 15mila posti di lavoro ed è aumentata notevolmente l’economia sommersa. Un territorio già debole ha visto con la fase recessiva esplodere criticità e disagio occupazionale e reddituale al quale occorre dare una risposta”. E la prima non può che essere “il lavoro, soprattutto per i giovani che continuano a emigrare, creato sostenendo nuove iniziative industriali rispettose dell’ambiente e della salute, per evitare errori del passato”. Ma serve creare anche condizioni di contesto affinché la Capitanata sia attrattiva e questi insediamenti competitivi: “Va finalizzato il progetto di piattaforma logistica di Borgo Incoronata, considerata retroportualità del porto di Manfredonia e infrastruttura nodale del sistema produttivo provinciale, dove convogliare il traffico gomma, ferro e mare. Così come è assurdo che la zona industriale dove insistono fabbriche come Alenia, Fiat e Barilla non sia dotata oggi, dove si parla di Industria 4.0, di una infrastruttura fondamentale come la banda larga”.
Ma occorre dare risposte anche al disagio sociale “ma mentre cresce il bisogno di tutele e assistenza di assiste a un indebolimento dei servizi. Emblematico quando accaduto con gli Ambiti socio assistenziali e le proposte di commissariamento avanzate dalla Regione Puglia per la lentezza con cui la Asl procede alla riconversione di alcuni ospedali. Proprio sui temi della sanità continuerà la mobilitazione unitaria di Cgil Cisl Uil sia a livello territoriale che regionale”. Serve, per il segretario generale della Cgil di Capitanata, “anche un cambiare passo delle organizzazioni datoriali. La nostra realtà è fatta ancora prevalentemente di ditte individuali, piccole e piccolissime realtà che focalizzano l’attività su produzioni a basso valore aggiunto e scarsamente innovative, relegate a un mercato locale. Così da poi dover comprimere diritti e salari per essere competitivi: non più sostenibile ad esempio in un settore fondamentale per la nostra provincia qual è quello dell’agroindustria. B basta caporali, basta sfruttamento, basta morti!”. Serva allora “costruire filiere, specializzarsi, investire su innovazione e formazione, e tocca alle organizzazioni datoriali dare impulso a tutto questo”.
Vi sono le opportunità da cogliere, soprattutto quelle rivenienti “dai fondi comunitari. Per esempio vi sono per la Capitanata 635 milioni di euro per infrastrutture, dissesto idrogeologico, efficientamento energetico, sviluppo e servizi socio sanitari. Potremmo mettere in sicurezza i territori, renderli più attrattivi, creare nuova occupazione e aumentare l’offerta di servizi pubblici essenziali. Ma assistiamo a un ritardo nella spesa da parte degli e delle stazioni appaltanti. Tutto questo in una realtà che ha fame di sviluppo e lavoro non è ammissibile”. La Cgil è in campo “affinché si colgano tutte le opportunità. Lavoriamo per mettere assieme i diversi soggetti istituzionali e sociali, a fronte di negligenze amministrative e posizioni spesso improntate all’individualismo. Solo facendo sistema possiamo risollevare le sorti di questa provincia e dare risposte ai cittadini”.