Il Giappone premia i vini foggiani con due medaglie d’oro: il Nero di Troia conquista il Sol Levante

FOGGIA – Il Giappone ha incoronato due vini foggiani tra i migliori del mondo nelle rispettive categorie. Al Sakura Awards, il concorso enologico internazionale più importante del Paese del Sol Levante, l’azienda vitivinicola Borgo Turrito di Foggia porta a casa due medaglie d’oro: una per il rosso TroQué IGP Puglia Nero di Troia 2016, l’altra per il rosato CalaRosa IGP Puglia Nero di Troia 2017. L’ufficializzazione dei risultati arriva a San Valentino, come una dichiarazione d’amore da parte dell’oriente per i vini di Foggia. “Sono molto contento”, ha dichiarato l’imprenditore vitivinicolo Luca Scapola. “Voglio condividere questa enorme soddisfazione con tutta la squadra della nostra azienda”.

Una delle particolarità del Sakura Awards è che la giuria del concorso è interamente composta da donne, tutte esperte del settore vitivinicolo e operanti nel business del vino e dell’alta ristorazione. Il CalaRosa e il TroQué si sono confrontati con vini provenienti da tutto il mondo.

IL NERO DI TROIA CONQUISTA IL GIAPPONE. Gli ultimi dati disponibili, rilevano che le importazioni di vino, da parte del Giappone, sono costantemente aumentate a partire dal 2010, attestandosi a fine 2016 alla ragguardevole cifra di 1.378 milioni di euro. Per quanto riguarda i vini imbottigliati, l’Italia è terza per valore esportato in Giappone, preceduta da Francia e Cile.

 

Secondo dati iatrade (www.iatrade.it), le importazioni di vino Italiano in Giappone nel 2016 hanno superato i 400mila ettolitri all’anno, confermando quello nipponico all’ottava posizione tra i mercati di sbocco per il vino Italiano e al primo posto in Asia per l’esperienza dei consumatori, appassionati del made in Italy e con forte orientamento alla qualità. Nonostante i consumi di vini d’uva rappresentino solamente il 37% del totale nel settore del vino, essi sono aumentati in maniera significativa nel corso degli ultimi anni, in parallelo a un calo della diffusione dei prodotti enologici a base di riso (sakè) che si manifesta come un trend destinato ad accentuarsi negli anni a venire. A conferma di ciò, la GDO sta aumentando la gamma d’offerta di vino nei propri scaffali, mentre nell’on-trade sono sempre più numerosi ristoranti e winebar che si fanno promotori di eventi volti a promuovere e diffondere la conoscenza del vino: una tendenza che rende quello giapponese uno dei mercati più interessanti per gli esportatori del made in Italy. Il paese sta diventando sempre più cosmopolita e rivolto verso l’esterno, con un aumento del consumo di vino delle nuove generazioni. Sempre secondo quanto rilevato da iatrade, dal 2012 a oggi i consumatori giapponesi stanno bevendo il vino molto più regolarmente, raddoppiando la percentuale di chi beve vino quasi tutti i giorni o ogni giorno e incrementando la percentuale di consumatori cosiddetti “medi” (2-5 volte a settimana). “Abbiamo riscontrato un interesse crescente per l’Italia e la Puglia in particolare. Entrambi i nostri vini premiati accendono i riflettori nel cuore dell’oriente sul Nero di Troia di Puglia, un vitigno che è la narrazione concreta e vivente di come solo dalle radici della storia possano germogliare i frutti dell’innovazione”, ha aggiunto Scapola.

LA CRESCITA DI UN VITIGNO ANTICO E MODERNO. In poco meno di vent’anni, nella moderna Apulia la superficie vitata a Nero di Troia pugliese è quasi raddoppiata: dai 1782 ettari di 18 anni fa, ai circa 3000 di oggi. Il Nero di Troia è diventato il terzo vitigno in Puglia, per superficie vitata, dopo Primitivo e Negramaro, ma è quello che ha fatto registrare la maggiore crescita dal 2000 a oggi.