Se guardi avanti c’è solo il Foggia
All’inizio della scorsa stagione, e anche di questa, una parte della tifoseria foggiana ancora si voltava a guardare indietro. Il sogno era Iemmello. Il bomber, poi, è andato al Benevento. Il campionato è iniziato, il Foggia ne ha prese 5 da Zeman, e molti tifosi sono tornati a guardare indietro. Poi sono arrivati due annunci: prima Marino al Brescia, poi De Zerbi al Benevento. In bocca al lupo a tutti gli ex del Foggia, ma guardare indietro non serve davvero a niente. Bisogna guardare avanti, “senza perdere l’entusiasmo e senza additare nessuno”, come ha detto Giovanni Stroppa. Il Foggia ci sta facendo battere forte il cuore, sempre, nel bene e nel male. Ci ha fatto esaltare e cadere le braccia. Cesena, da questo punto di vista, è stata il compendio perfetto di questo inizio stagione. Fino all’occasione mancata del possibile 4-1, al Manuzzi è andata in scena l’estasi rossonera: tutto perfetto, con una squadra scintillante e una tifoseria meravigliosa. Poi il buio, il calo verticale, i regali inspiegabili, ma la squadra c’è, c’è sempre stata, e lo stesso il mister. Errori se ne continuano a fare, soprattutto quando bisogna difendersi. Gennaio e il mercato di riparazione sono ancora lontani, e allora Stroppa e i suoi ragazzi dovranno continuare a lavorare come hanno fatto finora, senza risparmiarsi, con la determinazione vista contro il Perugia e la sfrontatezza ammirata sempre allo Zac e in quasi tutte le trasferte.
RICOMINCIO DA…TRE. I rossoneri prendono tanti gol, troppi, ma sono anche capaci di segnarne molti e di creare moltissimo. Criticare è legittimo, ci mancherebbe, ma a un certo punto nel tritacarne era finito anche Mazzeo, una cosa sinceramente poco comprensibile. Il capocannoniere dei satanelli è invece uno dei punti fermi di questa squadra, un giocatore capace di segnare, e lo ha dimostrato, e allo stesso tempo di essere un punto di riferimento tattico, tecnico e caratteriale imprescindibile. In generale, poi, c’è la voglia, l’impegno di una squadra che non si risparmia mai. L’emblema della squadra che ci mette l’anima è Agnelli, il migliore da questo punto di vista, ma anche gli altri “si sudano” la maglia. In più, c’è un Foggia che gioca bene, che – con la sola eccezione di Avellino – se l’è giocata contro qualsiasi avversario, anche con le corazzate Empoli e Palermo.
IL QUARTO ELEMENTO. Il quarto elemento è il 12esimo uomo in campo: allo Zaccheria o in qualsiasi altro stadio, grazie ai tifosi, il Foggia gioca sempre in casa. Non è un modo di dire, è la sensazione fortissima, palpabile, che la tifoseria rossonera trasmette ai giocatori in campo con un tifo incessante, spettacolare, sempre straordinario anche dal punto di vista numerico. A Cesena l’ennesima riprova di questo entusiasmo trascinante, con circa 4mila tifosi a colorare il Manuzzi di rossonero e a riempirlo di cori, bandiere, sciarpate da brividi.
CONTRO IL PARMA CON FIDUCIA. Continuare a migliorare, e nel frattempo mettere in cascina quanti più punti possibile. Col Parma non sarà una partita facile, non sarà semplice riuscire a ottenere i tre punti, ma bisogna provarci con fiducia e con la stessa ‘cazzimma’ mostrata nella sofferta vittoria ottenuta ai danni del Perugia. Guardando avanti.