Ma quanti sono gli immigrati a Foggia e in Italia? (sfatiamo falsi miti)
(di seguito, pubblichiamo integralmente un intervento di Daniele Calamita, segretario provinciale CGIL Foggia). Si riaccendono i riflettori sui migranti e sulle politiche di integrazione ed accoglienza, nel contempo si generano strumentalizzazioni su finti miti, che generano contrapposizioni sociali e non aiutano i cittadini a comprendere la situazione reale. “Ci rubano il lavoro”. “Gli diamo 35 euro al giorno per non fare niente”. “Li ospitiamo in alberghi a 5 stelle”.
1. Siamo di fronte a un’invasione? Nell’Unione Europea, su oltre 500 milioni di residenti di ogni età (510 milioni) nel 2015, solo il 7% è costituito da immigrati (35 milioni).
In Provincia di Foggia, i migranti censiti e residenti nel 2015 ammontavano a 25.965 su una popolazione totale di 630.851 pari al 4,1% della popolazione.
2. Non c’è lavoro neanche per gli italiani, possiamo accoglierli? Per mantenere inalterata la popolazione italiana dei 15-64 enni nel prossimo decennio, visto che tra il 2015 e il 2025 gli italiani diminuiranno di 1,8 milioni, è necessario un aumento degli immigrati di circa 1,6 milioni di persone: si tratta di un fabbisogno indispensabile per compensare la riduzione della popolazione italiana in età lavorativa.
In provincia di Foggia dal 2014 al 2015 si è avuta una perdita netta di residenti pari a -2.988 e un saldo nascite/morti pari a -1.014, nonostante ci sia stato un incremento di 1.362 migranti residenti. Se si considera che 4.388 sono i migranti residenti al di sotto dei 14 anni, emerge chiaramente che molti plessi scolastici riescono a garantire le classi anche grazie a questa presenza. Il Comune con una maggiore incidenza percentuale di cittadini migranti è quello di Stornara, dove i migranti rappresentano il 15,26 % della popolazione con 876 cittadini migranti su 5742 cittadini totali residenti; seguono Zapponeta (12,22%), Stornarella (12,19%) e Carapelle (11,48%), mentre il Comune con minore presenza censita è quello di Roseto Valfortore dove la presenza di cittadini migranti e pressoché inesistente, infatti rappresentano lo 0,56% del totale dei cittadini residenti (6 su 1074).
3. Ci rubano il lavoro? Agli immigrati sono riservati solo i lavori non qualificati, in gran parte rifiutati dagli italiani: gli stranieri non riducono l’occupazione degli italiani, ma occupano progressivamente le posizioni meno qualificate abbandonate dagli autoctoni, soprattutto nei servizi alla persona, nelle costruzioni e in agricoltura: settori in cui il lavoro è prevalentemente manuale, più pesante, con remunerazioni modeste e con contratti non stabili. Dai dati più aggiornati del 2015, infatti, emerge che oltre un terzo degli immigrati svolge lavori non qualificati (36% contro il 9% degli italiani)”.
I migranti in Provincia di Foggia sono impiegati prevalentemente in lavori di agricoli, edili (in minor misura) e di assistenza alle persone anziane, l’auto impiego è ancora pressoché assente.
Uno dei dati più stridenti riguarda l’agricoltura dove dal censimento degli elenchi anagrafici risultano 21.869 migranti addetti di cui 6.716 riescono ad attingere agli ammortizzatori sociali, con ben 15.153 lavoratori che non riesce a raggiungere nessuna forma di ammortizzatore sociale e che pertanto significa cassa economica per lo Stato, se si ipotizza una media di 10 giornate per singolo lavoratore e si considera una media contributiva di 5 euro al giorno la somma che questi lavoratori versano è di € 757.650 (contributi azienda) ai quali va aggiunta la tassazione contributiva (8.89% della retribuzione) del singolo lavoratore mediamente pari a € 606.195 e la tassazione fiscale pari ad € 1.568.335 (23% retribuzione) per un totale complessivo di € 1.363.845 versati all’INPS, ed un totale fra INPS e fisco pari ad € 2.932.180 per i soli 15.153 lavoratori senza nessun diritto.
Se si riuscisse a quantificare con precisione la portata economica dei versamenti contributi e fiscali, ci si renderebbe conto di quanto i migranti incidano sulla tenuta della stato sociale del paese e del territorio, considerando che i dati sono fortemente sottostimati e non esaustivi, basti vedere che il totale dei migranti residenti è di 25.965 e gli iscritti negli elenchi anagrafici è di 21.869.
Se si tiene in considerazione il dato dei soli contributi previdenziali versati dai non aventi diritto a prestazioni assistenziali (€ 1.363.845) e si considera una pensione media di 14.000 annui (€ 1.000 su 14 mensilità) il conto è fatto, con i contributi previdenziali dei migranti in Provincia di Foggia si pagano 98 pensioni/annue.
E se in aggiunta si considera che solo una piccolissima parte dei migranti percepirà una pensione futura ci si rende conto come l’incidenza dei migranti sulle economie nazionali siano consistenti.
4. Ci tolgono risorse per il welfare? I costi complessivi dell’immigrazione, tra welfare e settore della sicurezza, sono inferiori al 2% della spesa pubblica. Dopodiché, gli stranieri sono soprattutto contribuenti: nel 2014 i loro contributi previdenziali hanno raggiunto quota 11 miliardi, e si può calcolare che equivalgono a 640mila pensioni italiane. Col particolare che i pensionati stranieri sono solo 100mila, mentre i pensionati totali oltre 16 milioni”.
Le spese del Welfare si concentrano nelle fasce di età fra 0 e 14 anni e nelle fasce oltre i 65 anni, se si considerano i dati dei migranti per fascia d’età; i migranti oltre i 65 anni in Provincia di Foggia sono 509 su un totale di 128.355 pari allo 0,39% ed i minori di 14 anni sono 4.388 su un totale di 92.079 pari al 4,76%.
5. I rifugiati sono troppi, non c’è abbastanza spazio in Europa? Dei 16 milioni complessivi solo 1,3 milioni sono ospitati nei 28 Paesi dell’Unione europea (8,3%), tra cui l’Italia (118mila, pari allo 0,7%).
RICHIEDENTI ASILO: Foggia rappresenta il terzo per grandezza dei CARA (centri di accoglienza) che potrebbe ospitare 636 ospiti ma che difficilmente va sotto i 1.000, se si considera che un ospite può permanere massimo 90 giorni (3 mesi) e se si considera pertanto 4 ricambi annui, i migranti ospitati si attestano sui 4.000 annui, persone che generalmente ottenuto il nulla osta non permangono per più di due mesi sul territorio di Capitanata e diventano facilmente braccia per i caporali.
6. Li ospitiamo negli alberghi? I centri di accoglienza straordinaria sono strutture temporanee cui il ministero dell’Interno ha fatto ricorso, a partire dal 2014, in considerazione dell’aumento del flusso: le prefetture, insieme alle Regioni e agli enti locali, cercano ulteriori posti di accoglienza nei singoli territori regionali, e quando non li trovano si rivolgono anche a strutture alberghiere. Si tratta di una gestione straordinaria ed emergenziale, spesso criticata in primo luogo da chi si occupa di asilo, perché improvvisata, in molti casi non conforme agli standard minimi di accoglienza e quindi inadatta ad attuare percorsi di autonomia. Quindi sono uno scandalo non gli alberghi, ma la mala gestione e l’assenza di servizi forniti in quei centri improvvisati”.
In Provincia di Foggia escluso i migranti che permangono nel CARA (circa 4.000), la rimanenza dei migranti vive o in casolari abbandonati o in ghetti o in case in fitto (gli stanziali) che contribuiscono con le varie tassazioni a mantenere in vita lo status sociale.
7. Diamo loro 35 euro al giorno per non fare niente? In Italia, nel 2014, sono stati spesi complessivamente per l’accoglienza 630 milioni di euro, e nel 2015 circa 1 miliardo e 162 milioni. Il costo medio per l’accoglienza di un richiedente asilo o rifugiato è di 35 euro al giorno (45 per i minori) che non finiscono in tasca ai migranti ma vengono erogati agli enti gestori dei centri e servono a coprire le spese di gestione e manutenzione, ma anche a pagare lo stipendio degli operatori che ci lavorano. Della somma complessiva solo 2,5 euro in media, il cosiddetto “pocket money”, è la cifra che viene data ai migranti per le piccole spese quotidiane (dalle ricariche telefoniche alle sigarette)”.
Se si considera che i 35 € al giorno vanno pressoché tutti (€ 32.5) a sostenere i rapporti di lavoro per le strutture associative e non che sono impegnate nella gestione del CARA e che mediamente ogni anno ruotano circa 4.000 ospiti, il totale economico incassato dal territorio per l’attività di accoglienza è di € 130.000 che tramutato e trasformato, in termini di lavoratori potenzialmente assunti ed impegnati equivalgono a circa 5 unità, e se a queste si aggiungono le unità impegnate nelle varie sfaccettature della gestione (organi di controllo e sicurezza, organi medici ecc…) molto probabilmente ci sono 15-20 persone che ci lavorano.
8. I terroristi islamici stanno sfruttando i flussi migratori per fare attentati e conquistare l’Europa? Limitando l’osservazione al terrorismo islamista, i primi 5 Paesi con la maggiore quota di morti sono l’Afghanistan (25%), l’Iraq (24%), la Nigeria (23%), la Siria (12%), il Niger (4%) e la Somalia (3%). Le vittime dell’Europa occidentale rappresentano una quota residuale, inferiore all’1%. L`Italia è terra d’immigrazione con molti cristiani ortodossi: oltre 2 milioni tra ucraini, romeni, moldavi e altre nazionalità. Seguono circa 1 milione e 700mila persone di religione musulmana (compresi gli irregolari e minori), meno di un terzo del totale degli oltre 5 milioni di stranieri in Italia. In Europa solo il 5,8 per cento della popolazione è di religione islamica”.
Se si prendono in considerazione gli ultimi 20 anni, atti di natura terroristica che vede i migranti come artefici non vi sono, se si estende l’analisi agli atti criminosi che hanno visto i migranti quali attori di uccisioni si ricorda quello di Stornara degli anni 90 (i migranti furono accusati di aver ucciso un pensionato del posto, ma non è mai stata fatta chiarezza sull’accaduto); Al contrario se si considera il dato e gli eventi dei migranti uccisi e/o trucidati da Italiani il dato diventa molto più rilevante e consistente.
(i dati su scala Nazionale ed Europea sono tratti da un articolo del partito Radicale, mentre i dati su scala provinciale derivano da un’analisi della CGIL di Foggia)