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Orsara, Gaetano Languzzi è andato in cielo a raccontare la sua grande storia

ORSARA DI PUGLIA. “Orsara ha perso un grande uomo. Alla famiglia va il cordoglio commosso dell’Amministrazione comunale e di un intero paese”. E’ con queste parole che il sindaco di Orsara, Tommaso Lecce, ha voluto ricordare Gaetano Languzzi, ex combattente, scrittore, grande artigiano, scomparso venerdì 16 settembre 2016, all’età di 94 anni. Nel 2012, la Comunità Orsarese volle premiarlo assegnandogli il riconosciento che “La Spasella”, giornale del paese, riserva alle personalità che hanno reso onore a Orsara di Puglia con la propria opera. “Gaetano è stato un uomo capace di insegnarci molte cose con la sua creatività, la sua laboriosità e la sua intelligenza”, racconta Tommaso Lecce. “Quel giorno di quattro anni fa, fui veramente onorato di premiarlo. E’ stato uno spirito libero, un grande artigiano e un fine narratore dell’identità e della storia del nostro popolo”. Nei suoi libri ha raccontato molte vicende storiche. Tra le sue opere, ci sono anche volumi che ci ricordano le difficoltà del secondo dopo guerra. Fu suo padre a raccontargli il dramma della prima guerra mondiale, poi fu lui in prima persona a vivere la tragedia della seconda guerra mondiale quando partì per la Libia. Ha scritto due libri su quelle tragedie. Entrambi qualche anno fa sono stati adottati come testi scolastici dal Liceo scientifico “Volta” di Foggia e dall’Università di Urbino. Nel libro “La Grande Follia”, che diede alle stampe nel 2002, Gaetano Languzzi scrisse queste parole: “Nulla hanno insegnato i campi di sterminio nazisti, malgrado la loro continua commemorazione i genocidi si susseguono. Il mondo non è grande come una volta, è diventato molto piccolo, l’umanità è giunta a un critico crocevia: o abbandona le etnie, i nazionalismi, il fanatismo religioso, accettando tutte le diversità esistenti, oppure si muore tutti insieme, pianeta Terra compreso”. Ci restano il suo testamento morale e la sua eredità culturale, racchiusi in uno straordinario documento video che l’UNPLI, l’Unione Nazionale della Proloco Italiane, volle dedicargli nell’ambito del progetto Memoria Immateriale, un viaggio dentro la bellezza e i tesori nascosti dell’entroterra d’Italia. Un video che comincia proprio con la sua autopresentazione: “Sono Gaetano Languzzi, ultimo di cinque generazioni di falegnami, ebanisti di discendenza, perché prima l’arte veniva tramandata di padre in figlio”. Molto bello anche il video realizzato nel 2014 dal foggiano Roberto Moretto, dove Gaetano Languzzi ricordava il significato della notte orsarese del primo novembre (https://www.youtube.com/watch?v=9W5RD0-9H-A). Gaetano Languzzi aveva un rapporto eccezionale con i giovani perché, a dispetto dell’età, lui aveva lo spirito di chi vive ogni giorno come fosse l’alba di una nuova storia da incidere nel legno, o da mettere su un foglio nero su bianco per continuare a raccontare.

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