Foggia cuore e nervi a pezzi, la lezione di Gattuso

Il Foggia ci ha messo il cuore; il Pisa ha aggiunto la testa e un bel po’ di furbizia. Ha vinto chi ha mantenuto i nervi saldi, facendoli saltare (i nervi) a una squadra e a un’intera città. Nella B dei toscani c’è tanto Gattuso. Rendiamogli onore, e forse impareremo una lezione che potrà tornarci utile. Ringhio è entrato sul campo dello Zaccheria sfidando e provocando il pubblico, i fotografi, gli avversari, un’intera città, con una cazzimma da Campione del mondo. Prima se l’è presa con la sagoma della pubblicità posta al centro del campo, poi ha rispedito al mittente una bottiglietta lanciata in campo e, finalmente, è riuscito a portare il pubblico dritto dritto dove voleva lui, fino all’incidente e alla bottiglietta in testa. Può non piacere il modo, ma la sua è una vittoria legittima. Il Campione del mondo e la sua squadra non hanno rubato nulla. Mentalmente e fisicamente, i nerazzurri sono stati più forti della squadra più forte di tutta la Lega Pro. Sono stati più forti della piazza più spettacolare, palpitante e coinvolgente d’Italia in questa stagione. Hanno usato qualche mezzuccio, è vero. “A la guerre comme a la guerre”, ognuno sfrutta le proprie risorse, conoscendo i propri limiti e facendo leva al contempo sulle debolezze dell’avversario, ma non si può dire che il Pisa non abbia conquistato la sua promozione con merito.

MERAVIGLIOSA CREATURA. Niente da rimproverare a De Zerbi, alla squadra e alla società. Oggi sarebbe facile parlare di errori da parte dell’allenatore, dei ragazzi e della dirigenza. Ne hanno commessi diversi, soprattutto a Pisa e nei giorni che sono seguiti alla trasferta toscana. Ne hanno commessi anche prima e durante l’ultima partita, ma hanno dato tutto, fino alla fine, e non è un modo di dire. Hanno costruito una meravigliosa creatura. Sono stati capaci davvero, non a chiacchiere, di far tornare a sognare una città, di unirla attorno a un obiettivo, con un coinvolgimento, una gioia di esserci e di essere parte attiva che ha dell’incredibile. De Zerbi ha il talento, il coraggio e la generosità per diventare un grande allenatore. Alcuni giocatori sono già adesso da serie superiori. La proprietà ha saputo investire e innovare. E’ un patrimonio che non va disperso.

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GLI INCIDENTI. La tribuna che lancia bottigliette, l’invasione di campo, i sassi contro i pullman dei pisani: anche su questo ci sarà da riflettere. Le intemperanze all’interno e all’esterno dello Zaccheria sono già l’argomento precotto di chi trova gratificante atteggiarsi a saggio del villaggio e pubblico censore del marcio che c’è, in Danimarca e a Foggia e in tutto il mondo. Succede sempre così, e succede anche questa volta. E allora dagli di luoghi comuni e dicotomie su civiltà-inciviltà, calcio-cose serie. E’ stata cosa serissima e bellissima questa straordinaria avventura vissuta da un’intera Comunità di passione, capace di andare oltre Foggia e di farne cuore, tensione, partecipazione pulsanti, vivissimi, sanguigni. Chi non lo capisce, o non vuole capirlo, può continuare col proprio trastullo da social. Fa parte del gioco. Sugli incidenti e le responsabilità di quanto accaduto certamente ci saranno delle indagini e dei provvedimenti. Niente è gratis, tutto si paga.

IL FUTURO. De Zerbi, Vacca, Iemmello e, ancora, tutto il meglio dell’entusiasmo e della competenza di una società che dovrà far tesoro dei propri errori: se si ricominciasse da loro, il Foggia Calcio potrebbe impostare la prossima come la stagione in cui l’obiettivo della B può essere raggiunto. Servirà tempo. Non ce n’è tantissimo. Difficile che restino tutte le componenti di questa stagione straordinaria. L’allenatore, a caldo, ha detto chiaramente che è disposto a restare a certe condizioni. Non è questione di soldi, ma di programmi, di capacità di confermare le ambizioni e sostenerle con uomini e mezzi adeguati all’impresa. Servono colate di “cemento” d’esperienza in mezzo al campo e nell’organigramma societario. L’impressione è che sia mancata soprattutto quella, l’esperienza, per gestire le fasi più critiche e decisive della stagione. Le pazzie calcistiche di Narciso sono costate care, carissime, ma sarebbe miope addossare solo ai limiti del nostro portiere titolare le responsabilità di un obiettivo mancato. Per la generosità, la passione, “scintillante bellezza, fosforo e fantasia”, il Foggia Calcio merita gli applausi e la gratitudine di tutti noi. Ripartiamo da qui, con tante immagini meravigliose e più di un rimpianto da cancellare.

Francesco Quitadamo