di Francesco Quitadamo
PIETRAMONTECORVINO (Fg) La domanda è sempre la stessa: pioverà? La risposta, però, conta quasi niente. Pioggia o sole, vento o no, il 16 maggio è arrivato e domani sarà onorato dai petraioli come sempre, come avviene da 127 anni. Il 16 maggio, sul calendario dei cittadini di Pietramontecorvino, è più importante del Natale. E’ il giorno di Sant’Alberto, il giorno del pellegrinaggio-processione dal paese al sito archeologico di Montecorvino, dalla Torre del borgo alla Sedia del diavolo. Sette chilometri all’andata, altrettanti al ritorno: complessivamente, 14.000 metri da percorrere a piedi. Chiunque abbia braccia e gambe salde e forti, quei 14 chilometri li percorre nel modo più faticoso e spettacolare: trasportando, eretti, altissimi palii in legno, addobbati da fazzoletti variopinti e decorati (continua in basso…)
L’ALLEANZA DELL’ACQUA. Tutto nacque da un bisogno vitale, quello di vedere sconfitta la tremenda siccità che 127 anni fa mise a rischio il ciclo delle colture e, con esso, la possibilità delle famiglie petraiole di avere il necessario per sfamarsi. La leggenda vuole che Sant’Alberto Normanno apparve in sogno a due donne e disse loro che, per alleviare la sete dei campi, il popolo avrebbe dovuto compiere un pellegrinaggio penitenziale fino alla vicina Montecorvino. La gente di Pietra decise di esaudire il consiglio che veniva dal cielo e, come la promessa di un rinnovato patto di fede, al ritorno dal cammino di preghiera le nuvole riversarono sui campi la pioggia indispensabile al loro sostentamento. Di lì a qualche mese, i raccolti furono i più generosi di sempre. Alberto il Normanno, l’eremita, il Santo Patrono, aveva sconfitto la siccità e conquistato l’eterna devozione del suo popolo. (continua in basso…)
IL LEGAME TRA CIELO E TERRA, METAFORA E SIGNIFICAZIONI. Il legame tra la terra e il cielo è simboleggiato dai palii protesi verso l’alto. La natura e le sue manifestazioni, nella giornata del 16 maggio, sono metafora e significazione di quel legame, della tensione emotiva verso la speranza di avere un aiuto dal cielo per ‘governare’ le difficoltà e le variabili legate al ciclo delle coltivazioni. Il 16 maggio è la rappresentazione del comune senso di appartenenza a una civiltà di valori, storie e sentimenti condivisi.
I TRE PAESI DEL SANTO. La processione di Sant’Alberto si svolge il 16 maggio di ogni anno dal 1889. Dal borgo, di buona mattina, una lunga teoria di donne, uomini e bambini si mette in cammino. Centinaia di persone sono precedute da enormi palii. I fusti d’albero sono addobbati con fazzoletti variopinti e vengono portati a braccia, eretti, con l’aiuto di lunghe funi. Il pellegrinaggio diventa una carovana di colori che, grazie all’altezza e al corredo di scialli dei palii, rende visibile il suo procedere anche a molti chilometri di distanza. Nel mezzo, tra i palii e il popolo dei fedeli, c’è la statua del santo che unisce tre paesi: all’evento partecipano gruppi di fedeli provenienti da Motta Montecorvino, Volturino, Pietra e da molte città d’Italia dove risiedono le comunità di emigranti dei rispettivi borghi accomunati dalla devozione per Sant’Alberto. (continua in basso…)
LE RADICI PAGANE DI UNA FESTA IRRINUNCIABILE L’usanza del palio ha origine nella tradizione pagana dei riti propiziatori della fertilità, confluita nella rielaborazione della pratica cristiana. Il palio veniva vestito di scialli e fazzoletti tenuti insieme con le fasce per neonati. Le donne offrivano al santo i loro fazzoletti per chiedere che il patrono proteggesse i loro uomini in guerra. I palii, che oggi sono molto numerosi e raggiungono in alcuni casi i 20 metri, permettevano a chi restava in paese e non poteva partecipare alla processione di individuare e di seguire la statua di Sant’Alberto a chilometri di distanza: in questo modo, sono soprattutto i più giovani a farsi carico dell’esigenza degli anziani e delle persone con difficoltà motorie che altrimenti non potrebbero partecipare in alcun modo al pellegrinaggio. Così, invece, tutti sono partecipi del lento incedere della processione, la vedono avanzare attraverso lo sventolio dei fazzoletti. Sono gli anziani a tramandare il significato e il valore del 16 maggio e lo fanno molto bene. Non si spiega altrimenti la numerosa partecipazione di giovani e giovanissimi al pellegrinaggio. E’ una partecipazione attiva, che costa impegno, sudore e fatica. Il 16 maggio, al pellegrinaggio-processione, i bambini e i giovani sono moltissimi, sono la maggioranza. Sono loro a trasportare a braccia i palii di Sant’Alberto, pali di legno che possono pesare fino a 150 chili. Li portano eretti, come aste di bandiera. Alla base del palo sono in quattro a sostenere il peso maggiore. Davanti, dietro e ai due lati altri ragazzi tengono in equilibrio il palio con l’aiuto di lunghe funi. La strada per arrivare alla dimora del santo è poco più che un tratturo. I ragazzi alle funi compiono l’intero tragitto tra il grano ancora verde e la terra arata.
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