Si chiama Festa della Liberazione. Più semplicemente il 25 aprile, il giorno in cui si celebra la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Liberazione dal ventennio di Mussolini che – dopo anni di dittatura, oppressione e morte – ci condusse al fianco di Hitler dentro l’inferno della seconda guerra mondiale. Il 25 aprile celebra una vittoria, quella dei Partigiani, di chi alimentò la Resistenza anche rimettendoci la vita, assumendosi l’onere di restituire dignità e libertà all’Italia, contribuendo in modo determinante a costruire un Paese democratico e repubblicano. Il 15 aprile, a 10 giorni dal 71esimo anniversario della Liberazione, a Foggia si è svolto il congresso provinciale dell’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. In questo video, proponiamo alcuni momenti di quell’assemblea. Gli insegnamenti e i moniti della lotta di Liberazione sono tanto attuali da creare ancora lacerazioni profonde nel Paese, con una spaccatura tra chi si riconosce pienamente nei valori dell’antifascismo e quanti, invece, sostengono una riconciliazione basata, sostanzialmente, sulla equiparazione tra gli italiani che morirono lottando per la libertà e quelli che persero la vita difendendo l’occupazione nazifascista. Italo Calvino scrisse che siamo “tutti uguali davanti alla morte, non davanti alla storia”. Parole riprese anche da Michele Galante, presidente provinciale dell’ANPI Foggia, nella sua relazione d’apertura del congresso. In questi giorni, fino al 25 aprile, ci saranno iniziative in tutta la Capitanata per celebrare la Liberazione. Qui ne elenchiamo alcune.
LE INIZIATIVE CHE CELEBRANO LA LIBERAZIONE. A Foggia, in Piazza Italia, la cerimonia di celebrazione della Liberazione comincerà alle 9.30. Alle 9.45 l’onore ai caduti e la deposizione di una corona d’alloro. Il collettivo del Centro Sociale Scurìa di Foggia, lunedì 25 aprile, alle 12.30 nella Villa comunale del capoluogo renderà omaggio alla memoria dei fratelli Luigi e Vincenzo Biondi, partigiani foggiani che “non ancora ventenni – come recita il monumento ospitato nella Villa comunale di Foggia – combatterono e caddero da valorosi per la libertà d’Italia”. Morirono il 3 ottobre 1943 sul Colle San Marco, ad Ascoli Piceno, nello scontro tra la formazione partigiana di cui facevano parte e le truppe tedesche. A Cerignola, il 25 aprile la sezione ANPI ricorderà Teodato Albanese, cerignolano ucciso dai nazisti alle Ardeatine. Il 22 aprile, sempre a Cerignola, alle 19, presso il Resurb di via Trinitapoli, si è tenuto un incontro con Lello Saracino, autore de Il tenore partigiano, il libro che racconta la storia di Nicola Stame, partigiano di Foggia, anch’egli ucciso dai nazisti alle Ardeatine, stessa sorte dei lucerini Umberto Bucci e Bruno Bucci, padre e figlio. A Manfredonia, dalle 9, giro per le vie cittadina della banda musicale Città di Manfredonia; alle 10 il ritrovo davanti alla sede del Municipio per la deposizione della corona al Milite Ignoto. A San Severo, cerimonia in piazza Municipio a partire dalle 10.
SERGIO LUZZATTO, “LA CRISI DELL’ANTIFASCISMO”. Ecco cos’ha scritto Sergio Luzzatto nel suo “La crisi dell’Antifiascismo”: “In fondo cosa ci invitano a fare quanti perorano la causa della “riconciliazione” nazionale? Storici, giornalisti, politici? Se non annacquare le motivazioni ideologiche, etiche, degli uni e degli altri? Senza fare giochi di parole, occorrerebbe spiegare che la memoria collettiva sulla quale s’affaticava la mente geniale di uno studioso come March Bloch non equivale necessariamente alla memoria condivisa di cui vanno tessendo l’elogio i portavoce della conciliazione. Il rischio di una memoria condivisa è una “smemoratezza patteggiata”, la comunione della dimenticanza. Le lacerazioni di quella guerra civile non possono e non devono essere sanate da una memoria di compromesso. Si può condividere una storia, una nazionale o addirittura una patria, senza per questo dover condividere delle memorie. Una nazione, perfino una patria hanno bisogno come del pane di memorie antagonistiche, fondate su lacerazioni originaria, su valori identitari, su appartenenze non abdicabili né contrattabili”.
Francesco Quitadamo