Il 12 marzo c’è il Vìola Day, il modello foggiano al Congresso Mondiale della Medicina Generale

L’8 marzo è passato, ma la violenza contro le donne merita un impegno che non duri lo spazio di una giornata. Per questo motivo l’Ordine dei Medici di Foggia ha istituito la Commissione Vìola, “un gruppo di lavoro per lo studio sulla violenza contro le donne e il maltrattamento dei minori”, ha spiegato la dottoressa Laura Spinelli, coordinatrice della stessa commissione. Sabato 12 marzo, a Foggia, nella sede dell’Ordine dei Medici in via Vincenzo Acquaviva 48,  a partire dalle ore 8.30 si terrà il Viola Day, un’intera giornata dedicata alla violenza contro le donne. “Abbiamo organizzato un evento in cui ci saranno tutti gli attori e abbiamo chiamato ospiti di altre realtà, in cui esperienze di cooperazioni sono già partite, per prendere, apprendere e far conoscere la nostra realtà a un mondo che vada oltre quello medico”. “La data coincide con quella dell’omicidio di una nostra concittadina”, ha dichiarato la dottoressa Volpicelli, Pediatra di Libera Scelta, “e a lei abbiamo dedicato la giornata, per ricordare Carmela, e con lei tutte le donne violate e i bambini abusati”. “Questa giornata è il frutto di un lavoro lungo e faticoso, ma portato avanti con l’entusiasmo di tante persone. È loro che ringrazio per la forza che hanno saputo dare, senza la quale, la giornata del 12 marzo non ci sarebbe stata” ha concluso la dottoressa Spinelli a nome di tutta la Commissione Viola dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Foggia. “Un gruppo di lavoro, iniziato, con tre pioniere nel 2008 e che, con l’aiuto di Medici di Famiglia e Pediatri di Libera scelta, ha somministrato questionari negli ambulatori per far emergere il fenomeno. Un metodo scientifico per analizzare il problema, etichettandolo come una malattia sociale, studiandolo quindi come le altre malattie”. “Abbiamo elaborato un programma da inserire nei computer dei medici per meglio evidenziare i segni e i sintomi che possono permettere anche solo di ipotizzare il problema, per poi fare, da parte del medico, le domande giuste per consentire la presa di coscienza dell’abusata”. “Abbiamo fatto corsi di formazione per preparare i medici all’approccio scientifico, al colloquio”, ha continuato la dottoressa Pedale, medico di famiglia tra i responsabili del piano. “Il progetto ha avuto un successo che non avevamo immaginato. L’abbiamo presentato nei nostri consessi scientifici ricavandone apprezzamenti ovunque. Il progetto sarà presentato al Congresso Mondiale della Medicina Generale, e questo lo dico con l’orgoglio della nostra appartenenza al mondo medico della Terra di Capitanata”. “Lo stesso orgoglio e l’entusiasmo ci hanno fatto continuare nel nostro lavoro di studio”, ha specificato la dottoressa Vaccaro, tesoriera dell’Ordine dei Medici “e ci ha portato ad avanzare l’ipotesi di un protocollo d’intesa con tutte le istituzioni presenti sul nostro territorio, dalla Prefettura, alla Questura, al Comune, passando per il Policlinico e la Asl, il mondo della Scuola, dell’avvocatura e quello del volontariato. Un protocollo che consenta a tutti gli attori di definire compiti e funzioni per combattere questa malattia sociale. Ognuno per le proprie competenze in una sorta di percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale e di prevenzione, proprio come si fa per qualunque malattia cronica”.