TROIA (Fg) – “Sckrì – Sckrì – Sckrò, tutt vév’n e ghij no, tre so li bèll v’ccu°n: carn, pésc e maccaru°n (Sckrì, sckrì, sckrò – tutti bevono ed io no – tre sono i bei bocconi – carne pesce e maccheroni)” è la vecchia filastrocca che, negli anni quaranta e cinquanta del secolo scorso, gruppi di ragazzi, di donne e di uomini recitavano a parenti e amici, la stessa che caratterizzerà anche quest’anno la sesta edizione del Carnevale Troiano di domenica 7 febbraio, un evento all’insegna della tradizione. La filastrocca di cui sopra era ripetuta da quanti, mascherati indossando gli abiti del sesso opposto e battendo i coperchi delle pentole per le strade cittadine, ricevevano dalle famiglie a cui facevano visita uova, salsiccia, polmonata, tarallini al vino bianco e vino per i loro banchetti.Per l’evento di domenica 7 febbraio, le maschere si raduneranno già dalle prime ore pomeridiane presso l’ex convento di San Domenico, alle porte della città vecchia, per attendere gli sposi Antonietta e Giacomino, i rispettivi genitori, i compari e gli invitati. Il corteo nuziale, seguendo un gigantesco fantoccio, sfilerà lungo il corso principale (via Regina Margherita), per arrivare nella Villa Comunale. Sposi, parenti ed invitati saranno mascherati, come da tradizione, con abiti rigorosamente nostrani, sgargianti e vistosi, tutti con abbondante trucco e con scambio dei ruoli (l’uomo con vestiti e trucco da donna e viceversa). Lì davanti al sindaco, ai testimoni e al barbiere (antico regista degli eventi nuziali) sarà celebrato il rito civile del matrimonio, tra battute e discorsi in dialetto italianizzato.
Taranta, pizzica, tarantelle e la musica del dj Linus allieteranno il banchetto nuziale dove tutti potranno partecipare e nel contempo degustare i prodotti e i dolci locali (chiacchiere, struffoli, vino di Troia e molto altro).
Durante la serata avrà luogo la premiazione del concorso di maschere a tema “Dagli anni 20 agli anni 90”, dove saranno premiati le maschere più originali e che meglio interpreteranno la tradizione locale.
La serata si concluderà con il funerale di Carnevale. Un fantoccio, fra i lamenti e le grida dei presenti, sarà trasportato su di una panca addobbata con un panno nero lungo la “chiazza” (via principale del paese) fino al luogo designato per “accippare” (dare fuoco) carnuwale. L’utilizzo del fuoco, attraverso la sua azione purificatrice, rappresenta un rito di passaggio da un periodo di “gioia sfrenata” alla Quaresima.
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