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Ghetti e accoglienza, la Cgil: “Emiliano dove sono i progetti?”

I ghetti saranno smantellati, così ha annunciato la Regione Puglia, ma che fine faranno i lavoratori immigrati che ancora li abitano? E’ questa la domanda che Daniele Calamita (Cgil), segretario generale della Federazione dei lavoratori dell’Agroindustria di Capitanata, ha rivolto direttamente a Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. “Sui media – ha dichiarato Calamita – risuona con insistenzal’imminente volontà della Regione Puglia di procedere a uno sgombero forzoso del gran ghetto e di altre baraccopoli che accolgono in questa provincia le migliaia di braccianti stranieri che contribuiscono alla ricchezza del settore primario e dell’intero territorio. Ci chiediamo come Flai Cgil, organizzazione che da oltre un decennio segue le dinamiche dei ghetti e prova a costruire soluzioni dignitose alternative, dov’è finito lo spirito collaborativo del presidente Emiliano e le promesse di procedere allo smantellamento solo dopo aver costruito percorsi veri di accoglienza”. “Siamo stati tra i primi anni addietro a denunciare le condizioni invivibili cui erano costretti questi lavoratori, e a chiedere a gran voce lo smantellamento di tali soluzioni, luoghi che facilitano il reclutamento e lo sfruttamento dei caporali. Con economie illegali di varia natura, dalla droga alla prostituzione, che coinvolge anche italiani”, ha ricordato Calamita. “Ma mentre ne chiedevamo lo smantellamento lavoravamo a soluzioni alternative, spingendo sul protagonismo dei lavoratori e sull’auto costruzione di un eco villaggio, aperti a qualunque proposta andasse nella direzione dell’accoglienza dignitosa”. Ad oggi, ricorda la Flai di Foggia, “constatiamo che nessuno dalla Regione ha chiesto la nostra collaborazione o ci ha convocato per spiegarci quali possibili interventi sono allo studio. Quel che constatiamo è che è cessato il servizio di noleggio dei bagni chimici che servivano il gran ghetto ed era garantito dalla Regione Puglia e che è stata decisa la fine di ogni collaborazione a partire dall’inizio di quest’anno con associazioni umanitarie che sul campo lavoravano alla tutela della salute dei migranti. Intervento che peggiorano le già precarie condizioni di vita”. A Emiliano, ha concluso Calamita, “vogliamo chiedere che fine ha fatto lo spiriti collaborativo delle sagre del programma alle quali siamo stati invitati, e che ne è dei ripetuti annunci di voler ‘garantire a tutti un posto letto per non permettere che finiscano nelle mani della criminalità’. Chi conosce bene le dinamiche delle nostre campagne sa che non è con un’azione di forza che si risolvono i problemi. Senza strutture e misure di accoglienza alternative un altro gran ghetto sorgerà in poco tempo, un po’ più a nord o più a sud dell’area attuale, lasciando ancora una volta mano libera ai caporali e alle mafie che lucrano sulla vita dei braccianti stranieri”.

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