Marasco: “Landella governa da 512 giorni con la testa all’indietro”

“Governano da 512 giorni, cinque volte tanto i fatidici 100 giorni che servono a far vedere di che pasta si è fatti e a distinguersi dai predecessori, e stanno sempre a trovare la scusa delle «amministrazioni che ci hanno preceduto».” Torna all’attacco Augusto Marasco. L’ex candidato sindaco del centrosinistra, anche sulla sua pagina Facebook ufficiale, parte dalle ultime polemiche innescate dall’annullamento della variante al Peep-167 da parte di Tar e Consiglio di Stato. L’assessore Francesco D’Emilio e il sindaco Franco Landella, attraverso una nota, hanno dichiarato che anche quest’ultima vicenda rientra tra “le pesanti eredità” del precedente governo cittadino.  Secondo Marasco si sbagliano entrambi, facendo “confusione tra le responsabilità di chi governa e quelle della burocrazia. Il risultato”, ha aggiunto il consigliere comunale d’opposizione, “è che l’Amministrazione in carica cammina come, nel XX canto dell’Inferno, Dante fa camminare gli incantatori: con la testa rivolta costantemente all’indietro. Invece che pensare ad amministrare, rispetto a una sentenza del Consiglio di Stato sul milionesimo atto della storia infinita del Piano di Zona 167, cominciata nel 1992, come al solito, essendo tra i pochi che fa politica e opposizione, vengo tirato in ballo. Dimenticando due particolari non secondari: che fanno riferimento a cose affrontate dal Consiglio comunale nel 2011, mentre io sono stato assessore dal 2 febbraio 2012 al 14 febbraio 2014, e che in quel Consiglio comunale l’attuale sindaco si astenne a differenza di tutti gli altri suoi colleghi dell’opposizione che votarono contro, comportamento, come è noto, che equivale politicamente a un voto favorevole”. E allora Marasco rilancia la sfida: “Sfido chiunque dell’Amministrazione in carica a trovare un solo atto, ascrivibile a mie attività, attinente alle questioni della “167” su cui si è pronunciato il Consiglio di Stato. La mia esclusiva preoccupazione, al riguardo, è stata legata al processo di elaborazione del Piano Urbanistico Generale, nel cui alveo ho chiesto che gli uffici provvedessero a risolvere la sovrapposizione tra previsioni del Piano di Zona 167 che si erano stratificate negli anni e previsioni del PIRP “A”. D’altronde, le questioni esecutive inerenti alla 167 più grande d’Italia erano di competenza dell’Ufficio di Piano e del Servizio Lavori Pubblici per le tormentate opere di urbanizzazione.  Quelle specifiche, su cui ha sentenziato il Consiglio di Stato, erano affrontate congiuntamente da Ufficio di Piano, Servizio Avvocatura e Segreteria Generale.
Negli uffici comunali ancora aleggia la risposta netta e scherzosa con cui respingevo ogni tentativo di coinvolgermi in attività non più di competenza, in chiave PUG, dell’Assessorato alla Qualità e all’Assetto del Territorio di cui sono stato responsabile per due anni”.