TROIA (Fg) – Alla decima edizione del “Campionato Italiano del Salame”, la storica salumeria troiana propone la “salsiccia piccantina”, incontra il favore della giuria e arriva in semifinale nel Palazzo Ducale di Urbino lo scorso 14 settembre. Il “Campionato Italiano del Salame” è progettato dall’Accademia delle 5T (Territorio, Tradizione, Tipicità, Trasparenza e Tracciabilità), con la preziosa presenza di un partner istituzionale quale il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Il prestigioso concorso nazionale ha lo scopo di premiare i migliori salami d’Italia, non solo più buoni e genuini, ma anche più coerenti con la tradizione del loro territorio. Il concorso è soprattutto un’operazione didattica e formativa che si realizza attraverso la scelta delle giurie (tecnica e consultiva) composte da consumatori del settore (dal gourmet al ristoratore, dal sommelier al bottegaio, dal docente del settore al giornalista enogastronomico) agli studenti (università, scuole alberghiere, scuole di formazione e perfezionamento). La ditta Giannelli ha raggiunto questo risultato perché il concorso prevedeva la presenza di sole aziende che non utilizzano additivi chimici nella loro produzione. Ed è questo il punto di forza e la filosofia di questa azienda che da sempre ha escluso i conservanti chimici dalla propria macelleria utilizzando invece, come da ricette degli antichi norcini degli inizi del ‘900, elementi naturali quali miele, vino, aglio e peperone dolce, che rendono il prodotto microbiologicamente stabile e sicuro nel tempo. La produzione tradizionale di Giannelli esclude totalmente l’utilizzo degli additivi E300 (acido ascorbico), E250 (nitrito di sodio) e di tutti gli elementi sintetizzati chimicamente, sostituendoli con simili naturali, permettendo l’affinatura e produzione di salumi capaci di far riaffiorare gusti e profumi del passato. Questo grande risultato è anche il frutto del passaggio di testimone da Michele Giannelli a suo figlio Raffaele. L’esperienza e la capacità produttiva sono state così tramandate attraverso un periodo di affiancamento, oltre all’attuale costante collaborazione padre-figlio, a Raffaele, che di suo ha portato anni di studio in Scienze e Tecnologie Alimentari e poi in Economia del Sistema Agroalimentare con un curriculum specificatamente rivolto al mercato suinicolo italiano e statunitense.