di Francesco Quitadamo
LUCERA – Ha timore di esagerare, Raffaele Battista, nel raccontare il successo che ha avuto la sua mostra fotografica, ospitata dall’11 agosto all’1 settembre nell’ex convento del Santissimo Salvatore a Lucera. Limitandosi a contare le firme apposte sul registro visitatori, sono state oltre 700 le persone che hanno visitato la sua galleria. In realtà, sono state molte di più, grazie anche all’affluenza straordinaria del 29, 30 e 31 agosto, quando il sindaco Antonio Tutolo ha deciso che la nuova Biblioteca Comunale restasse aperta fino alla mezzanotte.
L’ARTISTA AMATO DAGLI ARTISTI. Con Evanescenze, Raffaele Battista ha mostrato al pubblico una galleria di 30 fotografie realizzate con la tecnica del mosso. Una delle cose che colpisce maggiormente nel successo del fotografo lucerino è il consenso di cui gode all’interno della comunità degli artisti lucerini. Nei giorni della mostra, sono andati a trovarlo e a complimentarsi con lui tante eccellenze del panorama artistico di Lucera, con personalità che fanno valere il proprio talento ben aldilà della nostra provincia, da Giuseppe Petrilli a Mosè La Cava, Costantino Postiglione, Mario Carrozzino, Generoso D’Alessandro, Sandro Apollo e poi architetti, docenti dell’Università di Bari presenti a Lucera per un convegno, tanti insigni lucerini tornati in città nel periodo delle festività di agosto.
“SONO FELICISSIMO”. “Sono davvero felice”, ha dichiarato Raffaele Battista. “Non mi aspettavo un riscontro così importante in termini di partecipazione e di consensi. Ringrazio l’assessore alla Cultura del Comune di Lucera, Federica Triggiani e il sindaco Antonio Tutolo, che ha voluto prorogare la chiusura della mostra e ha permesso, dal 29 al 31 agosto, che la stessa potesse essere visitata fino a mezzanotte”. Raffaele Battista ha ringraziato Vincenzo Beccia e Nico Damato, gli artisti che lo hanno affiancato durante la serata inaugurale della mostra, e il pittore Mario Ferrante che lo ha incoraggiato a percorrere la strada della sperimentazione. “Il mio ringraziamento”, ha aggiunto l’autore della mostra, “va inoltre a Nicola Loviento, presidente del Foto Cine Club di Foggia; al dottor Costantino Postiglione, sempre presente alle mie iniziative artistiche, che ogni volta mi fa dono delle sue preziose tavole; e, ancora, a Mario Carrozzino, straordinario fotografo lucerino con il quale ho avuto il piacere di conversare della passione e dell’arte che ci accomunano”.
IL GARBO E IL TALENTO. La verità è che Raffaele Battista, oltre che per il suo talento e per l’originalità della sua arte, è apprezzato anche per la sua umiltà, per il piacere che ha di aprirsi al confronto e alle collaborazioni. “Per me è naturale”, ha spiegato, “è una necessità vitale, la possibilità di crescere, di apprendere da critiche e apprezzamenti”. In questi anni, Raffaele Battista non solo ha avuto la capacità di far maturare uno stile tutto suo, ma è anche riuscito a crearsi un pubblico che ne segue le iniziative e aumenta ad ogni nuova mostra.
LE TAPPE DI UN TOUR PER IMMAGINI. Le fotografie di Raffaele Battista, nel 2015, stanno compiendo un vero e proprio tour. A gennaio e febbraio, l’artista lucerino ha portato la sua personale, “Daunia, poesia di un paesaggio”, prima a Lucera (Palazzo Petrilli) e poi a Foggia (Palazzetto dell’Arte). In agosto, è arrivata l’esposizione di “Evanescenze”. Il prossimo 18 settembre, toccherà ancora alle immagini di “Daunia, poesia di un paesaggio” (raccolte anche in un libro) essere di scena, stavolta nel Chiostro del Comune di San Severo. “Evanescenze”, invece, dopo l’anteprima nella nuova Biblioteca Comunale di Lucera, sarà accolta da una delle gallerie più importanti d’Italia, Mediateca Marte, a Cava dei Tirreni.
L’ARTE NELL’ARTE. Non potevano trovare miglior collocazione le opere di Raffaele Battista: l’ex convento del Santissimo Salvatore (detto anche “di San Pasquale”), sede della nuova Biblioteca Comunale di Lucera, risale al 1400. All’interno, l’antico chiostro, dove è possibile ammirare un antico pozzo e il campanile della chiesa, è impreziosito da stupendi affreschi. “Accade di ricercare e fotografare semplicemente ciò che colpisce nei colori, nella luce e nelle forme”, ha spiegato Raffaele Battista. “Ho interpretato tutto questo attraverso delle immagini, spesso astratte, appena riconoscibili, evanescenti. In questo modo, la macchina fotografica diventa come un pennello che dipinge su tela le percezioni più profonde dello stato d’animo, trasformandole in colori quasi liquefatti e in forme impalpabili, rarefatte, utilizzando la tecnica del mosso”.