Nuovo vertice in Prefettura a Foggia sulle condizioni dei migranti impiegati nelle campagne, questa volta concentrato sui salari e i contratti. Convocate le organizzazioni datoriali e agricole. Ha partecipato Agrinsieme, sigla che riunisce CIA, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative agroalimentari. Al tavolo le massime cariche delle forze dell’ordine, i sindacati con Flai Cgil in testa, ARCI ed Emergency. Non sono stato convocati i rappresentanti dell’industria. Sotto l’Ufficio Territoriale del Governo sit-in dei braccianti e cittadini stranieri in attesa dei documenti con la “Rete campagna e lotta” a coordinare la protesta pacifica. Sventolano le bandiere del Sindacato Intercategoriale Lavoratori Autorganizzati Cobas. “We need yes!” la frase sullo striscione che è il basta a ricatti e la richiesta di documenti e contratti dei lavoratori delle campagne. Dopo il corteo del 4 settembre, Prefettura e Questura hanno accettato di valutare caso per caso una lista di coloro che hanno realmente lavorato nelle campagne per il rilascio del permesso per motivi umanitari. Dopo la mobilitazione di tutti i ghetti – quelli di Tressanti, Tre Titoli, Rignano ed ex fabbrica Granarolo – qualcosa si muove: ai Comuni è arrivata una circolare affinché applichino la normativa che consente di concedere la residenza ai migranti senza fissa dimora.