
Il sedano ubriaco, la cipolla e la biodiversità della Puglia
Il sedano ubriaco, il cocomerazzo, la batata dolce con B e poi, ancora, cento altri nomi di saporite rarità, tutte made in Puglia, salvate dall’estinzione grazie a un progetto straordinario, quello descritto sul sito di Biodiverso (clicca qui). Avete mai mangiato la confettura di cipolle? In Puglia si può. È questa la vera Expo. Il progetto racconta di un mondo ricco di umanità bella, di lavoro prezioso, di nonnette e nonni fantastici che trasmettono ricchezza reale, fatta di economie e di sentimento d’appartenenza, di identità. Martedì 16 giugno, Biodiverso è stato presentato nel corso di una iniziativa della Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia.
Preservare e valorizzare ortaggi che rischiano l’erosione genetica e, in alcuni casi, di scomparire: è l’obiettivo del progetto ‘Biodiverso’, coordinato dal Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’università di Bari, che coinvolge quattordici partner istituzionali, tra cui l’ateneo di Foggia.
Si tratta di una vera e propria mappatura degli ortaggi pugliesi, grazie alle indagini condotte sul campo e alla ricerca sui libri antichi, da cui è stato possibile ricavare le tipologie di prodotti, gli habitat, le tradizioni, le preparazioni alimentari e le abitudini nelle coltivazioni.
Significativi i risultati ottenuti: i ricercatori hanno scoperto coltivazioni di patate rosse nei boschi del Gargano, tra Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo, mentre si riteneva che il tubero maturasse solo in pianura, in particolare nei campi sabbiosi vicino al mare, come nella zona tra Margherita di Savoia e Zapponeta, ossia il regno della cipolla bianca IGP.
Al tempo stesso, gli studiosi hanno accertato, sui Monti Dauni, l’estinzione della patata rossa nei terreni di Monteleone di Puglia, dove gli agricoltori, nel corso del tempo, hanno preferito puntare su tipologie di tuberi più produttive, in termini quantitativi.
La provincia di Foggia vanta, invece, una varietà di erbe spontanee che non ha eguali in Puglia e nel resto d’Italia.
L’indagine, inoltre, ha consentito di accertare l’esistenza di almeno cinque specie diverse di pomodori coltivati lungo la costa garganica.
Il progetto ‘Biodiverso’ punta ad arricchire e promuovere le conoscenze sull’inestimabile patrimonio di agrobiodiversità orticola della Puglia. Tra le misure adottate dagli studiosi, spicca la conservazione dei semi e delle parti di pianta idonee alla moltiplicazione.