Foggia? Come Brescia, anzi no, San Severo, ehm…Ravenna…
Cosa sono le linee programmatiche di un’amministrazione comunale? Sono l’impegno solenne del sindaco e della propria giunta, nei confronti dei cittadini, ad affrontare e risolvere i problemi della città secondo una precisa visione, una strategia che indica gli obiettivi, come si intende raggiungerli, con quali tempi, risorse e priorità. Il sindaco di Foggia, Franco Landella, e la sua giunta, nell’ultimo mese hanno presentato 2 volte le proprie linee programmatiche. La prima volta erano copiate integralmente dai Comuni di Brescia e di Jesi. A rivelarlo, qualche settimana fa, fu un articolo di Antonella Caruso per Il Corriere del Mezzogiorno. Lo scoop e le proteste indignate del consigliere comunale Augusto Marasco costrinsero il sindaco Landella a fare marcia indietro, stracciare il copia-incolla e presentare nuove linee programmatiche. Cosa è successo il 20 aprile? E’ successo che Landella ha presentato le “nuove” linee programmatiche. Copiate, anche questa volta. Il “modello” adottato per il secondo copia-incolla è quello dell’amministrazione comunale di Gianfranco Savino, ex sindaco di San Severo, che a sua volta aveva copiato le linee programmatiche adottate nel 2007 dall’Amministrazione comunale di Ravenna. In questo video, è possibile vedere alcuni stralci del nuovo copia-incolla. Ecco com’è andata la riunione del 20 aprile secondo la ricostruzione di Augusto Marasco. La redazione di Rec24, naturalmente, è pronta a pubblicare una eventuale replica del sindaco Franco Landella.
“Questa è la cronaca tragicomica della riunione di stamattina della Conferenza dei Capigruppo, organo chiamato a condividere l’ordine dei lavori dell’Assemblea insieme al Presidente del Consiglio comunale.
Oggi era ospite il Sindaco per illustrare il contenuto delle Linee programmatiche di mandato. Sì, quelle approvate il 30 marzo e revocate dieci giorni dopo perché copiate di sana pianta da quelle dei sindaci di Brescia e di Jesi, in provincia di Ancona.
Franco Landella aveva detto che si trattava di un errore materiale, aveva fatto capire che era stata colpa di un dirigente troppo leggero. Qualche giornalista era passata, dallo scoop, alla caccia al vero colpevole (non il Sindaco, per carità), durata giusto il tempo di buttare acqua e confusione sul fuoco di una cosa vergognosa. Sì, vergognosa, non ci sono altri aggettivi: tutti noi siamo arrossiti per la vergogna, se scoperti ad aver copiato da qualcun altro.
Il Sindaco di Foggia si è presentato stamattina baldanzoso con sotto braccia le Linee programmatiche riapprovate una decina di giorni fa dalla Giunta della città. Una settimana fa avevo fatto giusto un tweet: “Ora @FrancoLandella #copiaincolla da San Severo che copiò da Ravenna. Se vogliono, il mio programma è a disposizione #fateiseri”. Menzionandolo direttamente con il suo profilo, sono sicuro che abbia letto quel mio tweet a cui nessuno della libera stampa locale ha dato peso.
Stamattina mi accorgo che una settimana non aveva portato consiglio e faccio verbalizzare che quelle Linee programmatiche erano copiate vergognosamente da quelle di San Severo, copiate a loro volta da Ravenna. Landella si è alzato ed è andato via, dicendo che il centrosinistra per dieci anni non le ha presentate.
Anche il capogruppo di Forza Italia, Raimondo Ursitti, minimizza, chiedendo di pensare ai problemi veri della città e accusandomi: “Sembra che tu ti diverta”.
Joseph Splendido, capogruppo di Destinazione Comune, fa verbalizzare che è disdicevole usare il termine “vergognoso” da parte di chi rappresenta una coalizione che da Orazio Ciliberti a Gianni Mongelli non ha presentato nulla.
Faccio verbalizzare, in risposta, che Ciliberti le ha presentate e che nel mio ruolo di assessore ho più volte esortato il Sindaco a presentare in Consiglio le linee di mandato. Linee che, comunque, Mongelli presentò alla maggioranza e illustrò alla Giunta per una presa d’atto, al termine di un percorso di confronti pubblici con associazioni socio-economiche e soggetti della società civile.
Vincenzo Rizzi, ex candidato sindaco di M5S, dice che il copiaincolla non lo appassiona e che vorrebbe piuttosto che gli obiettivi fossero – udite, udite – misurabili.
Ne approfitto e provoco: “I miei erano misurabili. Perché non copia i miei? Di sicuro sono per Foggia”.
Bruno Longo, capogruppo de “La Destra”, dice che la misurabilità consente di esercitare un’attività di controllo, anche se sostiene che il copiaincolla non va bene.
Faccio aggiungere a verbale che il capo dell’Amministrazione non è in grado di articolare un suo pensiero politico di accompagnamento alle Linee, tanto da doverlo copiare e chiedo al Presidente di acquisire agli atti della Conferenza le linee di San Severo e Ravenna e di distribuirle al prossimo Consiglio comunale a tutti i Consiglieri affinché sappiano.
L’immarcescibile Luigi Miranda risponde: “Non posso, lo faccia lei”.
Replico: “Era una richiesta, vuol dire che lo farò io”.
Si giustificano dicendo che l’univocità di visioni tra diversi Comuni è conseguenza del fatto che i problemi sono gli stessi. Potremmo allora copiare anche i bilanci, tanto i problemi sono gli stessi delle altre città, o chiedere all’ANCI di far stampare 8.000 copie di Linee programmatiche a cui cambiare solo il nome della città e del primo cittadino.
Io capisco che la gente sia stanca del battibecco.
Capisco anche la tecnica dell’isolamento della mia posizione, in modo da rendere risibile e marginale un punto di vista, anche se espressione della metà dell’elettorato che, quasi un anno fa, scelse il nuovo Sindaco.
Ma giocare con lo Statuto comunale e con le previsioni del Testo Unico degli Enti Locali è lecito?
Ridicolizzare, copiandolo per ben due volte, uno strumento utilizzato da tutte le amministrazioni più moderne per azionare poteri di direzione incisivi sulla macchina comunale, non è una cosa grave?
Non è grave farsi beffe di ancoraggi oggettivi, leggibili da chiunque, dalla maggioranza, dalla minoranza, da associazioni di utenti e consumatori, da sindacati, da possibili investitori, dai semplici cittadini?
Se giocare, ridicolizzare e farsi beffe delle istituzioni è una cosa poco importante, allora fate finta di non avere letto niente anche stavolta.
Come fece la maggior parte degli opinion maker circa un anno fa, quando denunciavo la gravità della collocazione, dentro la Segreteria Generale, organo che sovrintende alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo Statuto e ai Regolamenti, di una dipendente comunale “eccellente” come la moglie del Sindaco eletto pro-tempore; salvo accorgersi, circa un anno dopo, che i buoi erano scappati dalla stalla e che una funzione esercitata per tutta la città è diventata un affare di famiglia”.