Il carcere di Foggia? Un inferno. Per i detenuti, soprattutto, ma in parte anche per gli agenti della polizia penitenziaria e, più in generale, per chi lavora in una struttura vecchia, con spazi e servizi insufficienti e inadeguati. A denunciare le pessime condizioni di vita dei detenuti e quelle lavorative degli agenti all’interno del penitenziario foggiano è l’Associazione radicale Mariateresa Di Lascia, rappresentata dal segretario Norberto Guerriero e dal tesoriere Maria Rosaria lo Muzio. Il carcere di Foggia ha strutture sufficienti a ospitare 300 detenuti, ma attualmente sono 590 le persone che vi si trovano a scontare una pena e, tra queste: 88 stranieri, 50 giovani con meno di 21 anni di età e 25 donne (nessun figlio delle detenute vive nel carcere di Foggia). Sono 136 i detenuti con problemi di tossicodipendenza. Per gestire al meglio il penitenziario occorrerebbero 600 agenti, mentre attualmente la struttura ne conta 290. Particolarmente pesanti le carenze per ciò che attiene all’assistenza sanitaria: nessun anestetico a disposizione, molti altri farmaci indisponibili, impossibilità in molti casi di garantire la continuità terapeutica, gravi carenze di organico per quanto riguarda i medici (soltanto 3) e gli infermieri a disposizione. Pianta organica insufficiente anche per gli educatori.